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Giorgia Meloni e Ursula von der Leyen copresiedono il vertice di giugno Piano Mattei-Global Getaway

Il ponte sul Mediterraneo

Meloni: «Il Piano Mattei cresce di mese in mese. A giugno vertice a Roma con Ursula von der Leyen e Stati africani»

Il premier presiede la Cabina di regia in vista della relazione al Parlamento e annuncia l'allargamento ad altre cinque Nazioni del Continente. Si rafforza l'internazionalizzazione: al lavoro anche con Usa e G7 a guida canadese»

Politica - di Luciana Delli Colli - 19 Maggio 2025 alle 17:09

Il Piano Mattei si rafforza nella sua dimensione non solo nazionale, ma anche internazionale, in termini di progetti, investimenti, costruzione di strategie globali. E il 20 giugno Roma ospiterà un vertice congiunto Piano Mattei-Global Gateway, il piano della Commissione europea per rafforzare il contributo dell’Ue alla riduzione del divario globale degli investimenti, che sarà co-presieduto dal premier Giorgia Meloni e dalla presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen. Ad annunciarlo, secondo quanto si apprende, è stata la stessa Meloni nel corso della quarta riunione della Cabina di regia sul piano per l’Africa, che si è tenuta a Palazzo Chigi per fare il punto sullo stato di attuazione e in vista della preparazione della seconda Relazione annuale che deve essere trasmessa al Parlamento entro il 30 giugno, che molto sarà incentrata sul lavoro per l’internazionalizzazione del Piano.

Meloni: «Il Piano Mattei è un piano d’interesse nazionale in costante crescita»

Il Piano Mattei per l’Africa, ha ricordato Meloni, è «un piano d’interesse nazionale che, mese dopo mese, cresce nelle sue dimensioni e nella sua capacità di mettere a terra progetti con un sempre maggiore apprezzamento da parte delle Nazioni africane e, consentitimi di dirlo, non solo delle Nazioni africane». Il premier ha ricordato che la presidenza canadese del G7 ha mantenuto l’attenzione sull’Africa e il Sud globale impostata dal G7 a guida italiana, decidendo di «lavorare in continuità» con Roma, e ha sottolineato che nell’«ottica di internazionalizzazione» l’Italia continuerà «a lavorare anche con gli Usa, in particolare nel grande progetto infrastrutturale di Lobito, e con gli Stati del Golfo dove abbiamo concluso accordi nel settore pubblico e privato per operare assieme in alcune Nazioni africane».

Il vertice a Roma con Ursula von der Leyen

«Come ho più volte ripetuto, non si potranno mai raggiungere tutti i risultati più ambiziosi che ci siamo posti per la crescita inclusiva del Continente africano senza la collaborazione dei nostri partner», ha ribadito il premier, indicando come «elemento essenziale» il lavoro comune con l’Unione europea e la creazione di sinergie con il Global Gateway europeo, «che ricordo ha impegnato 150 miliardi di euro per l’Africa».

Al vertice del 20 giugno, secondo quanto emerso, saranno presenti alcuni Stati africani coinvolti nel corridoio di Lobito (una arteria ferroviaria lunga circa 1.600 chilometri, tra la Repubblica democratica del Congo, lo Zambia e l’Angola) e istituzioni finanziarie multilaterali «per suggellare – ha chiarito il premier – il lavoro svolto sinora e che sarà anche l’occasione per annunciare la conclusione di nuovi progetti». Ai lavori preparatori della Conferenza organizzata dalla Struttura di Missione con l’Ue a marzo hanno partecipato oltre 400 soggetti tra istituzioni e privati, con un focus particolare nei settori delle infrastrutture fisiche e digitali, dell’agricoltura e dell’energia.

Meloni: «Dobbiamo definire una rinnovata centralità del Mediterraneo»

«Credo che il nostro ruolo principale debba essere quello di contribuire alla definizione di una rinnovata centralità del Mediterraneo, sostenendo la vocazione geostrategica dell’Italia come hub energetico e snodo di interconnessioni», sono state le parole trapelate dalla cabina di regia, alla quale hanno preso parte, oltre ai ministeri coinvolti e alla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, i rappresentanti delle diverse agenzie e società dello Stato e delle imprese a partecipazione pubblica, dell’università, della ricerca, del terzo settore e di aziende private che si occupano di cooperazione e sviluppo.

Il Piano Mattei si allarga: progetti in altre cinque Nazioni

Il premier ha fatto il punto sullo stato dei lavori, con l’aggiunta di altre 5 Nazioni alle 9 in cui erano già stati avvitati progetti piloti: Angola, Ghana, Mauritania, Senegal e Tanzania. Un lavoro «incrementale» non solo dal punto di vista geografico, ma anche degli strumenti finanziari per la realizzazione dei progetti, fra i quali «sono oramai pienamente operativi il Fondo Multifinanziario con la Banca Africana di Sviluppo e l’intesa di co-finanziamento dei progetti con la Banca Mondiale, che hanno e avranno un effetto leva importante sui fondi italiani investiti per l’Africa». Ugualmente, si sono rafforzati i legami con altre realtà impegnate nella costruzione di uno sviluppo sostenibile in Africa, come il Fondo Clima, «un passo importante che sta già dando risultati concreti».

Tra i progetti messi a terra, Meloni ha ricordato la creazione del centro “Enrico Mattei” per la formazione giovanile e il recupero di 36.000 ettari di aree desertiche, di cui 7.000 già messi a coltura, in Angola; il progetto Tanit per il riutilizzo delle acque reflue a scopo agricolo in Tunisia; il lancio a settembre di un piano di formazione dedicato alle esigenze occupazionali delle imprese italiane, realizzato insieme a Confindustria. «Molte sono state già le missioni compiute dai membri del governo nel Continente africano, il mio auspicio – ha chiarito Meloni – è che si possano rafforzare ulteriormente nei prossimi mesi per rendere ancora più efficace il nostro cambio di passo verso l’Africa».

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di Luciana Delli Colli - 19 Maggio 2025