
Arrestato all'alba
Infermiere e dottoresse come prede sessuali: primario dell’ospedale di Piacenza incastrato da 32 video
Un noto primario dell’ospedale di Piacenza è stato arrestato dagli agenti della polizia di Stato per violenza sessuale aggravata e atti persecutori. Secondo le accuse, il medico compiva sistematicamente atti sessuali ai danni di dottoresse ed infermiere in servizio presso il Reparto da lui diretto. In base alle immagini raccolte dalle telecamere nascoste, l’uomo compiva atti sessuali con quasi tutte le donne che varcavano da sole la porta del suo Ufficio all’ospedale di Piacenza, all’occorrenza chiudendole nella stanza e bloccandole. Il nome del primario non è stato diffuso per non danneggiare le vittime degli abusi, che rischiano di vedere la loro
Chi è il potente primario dell’ospedale di Piacenza
Sebbene siano stati anche registrati all’interno dell’ufficio dei rapporti sessuali consenzienti con alcune operatrici, peraltro nell’orario di servizio, nella maggior parte dei casi le condotte erano espressione di atteggiamenti prevaricatori, evidenziati dalle riprese audio-video. È stato registrato come l’incolpato abbia appositamente convocato una collega consenziente per sfogare la sua libidine, insoddisfatta dai soli palpeggiamenti ai danni di una vittima avvenuti pochi minuti prima. Le flebili resistenze delle vittime, ormai in stato di prostrazione, erano vinte di volta in volta, ed ogni giorno ricominciavano nuovi abusi. Si è riscontrato, in sintesi, che per il personale sanitario di sesso femminile, entrare nell’ufficio del Primario per questioni lavorative significava dover sottostare ad atti sessuali: circostanza, questa, che, se rapportata ad un ambito lavorativo formato da persone in astratto di alto livello culturale, non può che destare stupore e persino incredulità.
Il primario veniva definito come un uomo “potente” sia per il ruolo all’interno dell’A.U.S.L. sia per le sue “conoscenze”, e tale posizione determinava nel personale sanitario una forte soggezione, derivante anche dal fatto che esporsi nei suoi confronti avrebbe comportato ripercussioni nella vita lavorativa e personale. L’ambiente ospedaliero si è dimostrato gravemente omertoso ed autoreferenziale, in quanto le condotte prevaricatrici del Primario erano da tempo note a gran parte del personale, tanto che lo stesso si vantava nei discorsi con colleghi uomini di quanto compiva ai danni delle vittime, ricevendo in talune occasioni persino suggerimenti sugli atti sessuali da compiere in futuro. Le violenze all’interno del Reparto poi non hanno certamente giovato agli utenti, in quanto le operatrici erano costantemente turbate dagli abusi che erano costrette a subire, e il Primario per contro distratto dal costante impulso sessuale dalle proprie attività lavorative, che avrebbe dovuto essere orientate esclusivamente al benessere dei pazienti a lui affidati.