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Genova al voto per il dopo Bucci: è sfida Piciocchi-Salis. Il governo del fare contro la candidata passe-partout

Campo extralarge

Genova al voto per il dopo Bucci: è sfida Piciocchi-Salis. Il governo del fare contro la candidata passe-partout

Politica - di Alessandra Danieli - 24 Maggio 2025 alle 17:57

Poche ore al voto a Genova per eleggere il nuovo sindaco dopo l’elezione a governatore della Liguria dell’ex sindaco di centrodestra Marco Bucci. A sfidarsi per la carica di primo cittadino ben 7 candidati, ma la partita è tra Pietro Piciocchi, vicesindaco reggente, assessore uscente al Bilancio, sostenuto da tutto il centrodestra, e Silvia Salis, ex martellista olimpica, vicepresidente del Coni, messa in campo dal centrosinistra non senza incertezze e ritardi. Si vota domenica 25 maggio dalle 7 alle 23 e lunedì 26 maggio dalle 7 alle 15. Partita aperta tra i due contendenti con un quadro molto fluido. Nessun sondaggio attribuisce ai candidati una quota nettamente superiore al 50%. Tutti gli istituti, da YouTrend a Noto, concordano che il ballottaggio dell’8-9 giugno è un’ipotesi più che concreta.

Genova al voto per il dopo Bucci: la sfida in campo

Piciocchi esprime chiaramente la continuità con l’amministrazione Bucci, puntando su infrastrutture e “governo del fare”. Ha chiuso la campagna elettorale con l’intera famiglia sul palco, accanto a Bucci, Meloni, Salvini e Tajani. Entusiasmo, maratona elettorale porta a porta, può contare su un percorso lineare e sulla fiducia crescente dei genovesi che non intendono tornare indietro. Decisamente meno nitido il profilo di Salis, sposata con il regista Fausto Brizzi. L’ex campionessa olimpica non è una compagna doc e vanta (ma si potrebbe dire ‘nasconde’) molte collaborazioni passate con il Comune e la Regione. Giovane, ha un profilo moderato e non ha mai svolto attività politica. A dir poco controversa la sua scelta di correre contro l’amministrazione uscente di cui, insieme al marito regista, è stata testimonial in molte occasioni.

Salis, la candidata del centrosinistra che voleva il centrodestra

Molto vicina all’ex governatore Giovanni Toti, l’aspirante sindaca del comatoso campo largo non avrebbe disdegnato di correre per il centrodestra. Lo rivela con dovizia di particolari e indizi la Verità. che ricostruisce gli sforzi della bionda Salis per accreditarsi negli ambienti della maggioranza. A sentire Francesco Berti Riboli, proprietario e ad della clinica Montallegro, Silvia era pronta a candidarsi con il centrodestra. La storia è confermata da più ambienti, soprattutto di Forza Italia, partito al quale avrebbe detto di sentirsi vicino. “L’ho sentita alla Camera”, dice il capogruppo azzurro a Montecitorio Paolo Barelli. “Ma credo che venga dal mondo ligure, dai deputati del giro dell’ex governatore Giovanni Toti o che a lui sono stati vicini”.

Vicina a Toti è stata testimonial del Comune e della Regione

Per Toti la Salis e il marito Brizzi sono “amici di famiglia”, persone con cui ha lavorato in squadra molte volte. Negli anni passati l’ex campionessa olimpica ha promosso sui social gli spot della Regione Liguria realizzati da suo marito ed è stata testimonial di diverse iniziative di Toti, come “La Liguria delle donne”. Nel 2023 è stata nominata dall’allora sindaco Bucci ambasciatrice di Genova nel mondo ed è stata madrina della regata Ocean race. In queste ore circola sul web un video emblematico intitolato «Silvia rimembri ancora quando ammiravi la Genova del centro-destra».

Candidata per intercettare i voti in libera uscita

Eppure oggi si trova non senza qualche imbarazzo sul fronte opposto (a sostenerla in piazza l’ultimo giorno di campagna elettorale solo Elly Schlein)  a polemizzare sui ritardi  e gli errori di un’amministrazione che ha sempre apprezzato. “L’hanno candidata per intercettare quel mondo che aveva votato per Giovanni, un mondo che non si riconosce nei partiti di destra, che è liberal sui diritti civili e sociali e conservatrice in economia. È stata messa lì – dice un totiano che vuole restare anonimo – per attirare, in una Regione tendenzialmente progressista, i voti dei renziani o quelli in libera uscita da Forza Italia, ma anche quel 20 per cento di elettori che sceglieva Toti”.

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di Alessandra Danieli - 24 Maggio 2025