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Schlein e Boldrini, donne sull’orlo di una crisi di nervi: bugie e veleni sulla Meloni dopo il vertice con Trump

La trasferta negli Usa

Schlein e Boldrini, donne sull’orlo di una crisi di nervi: bugie e veleni sulla Meloni dopo il vertice con Trump

Politica - di Monica Pucci - 18 Aprile 2025 alle 12:28

La grandezza ispira l’invidia, l’invidia genera rancore, il rancore produce menzogne“, è una frase della scrittrice J. K.Rowling che spiega bene il meccanismo politico innescato, sul versante femminile, dal successo della missione di Giorgia Meloni negli Usa da Donald Trump, successo riconosciuto dai media e da molti esponenti politici bipartisan. Ma non da Elly Schlein e Laura Boldrini, eternamente sull’orlo di una crisi di nervi quando c’è la Meloni di mezzo. Come del resto le varie Lilli Gruber e Lucia Annunziata…

Schlein non vede successi nell’incontro tra Meloni e Trump

Ammutolita, ieri sera, oggi Elly Schlein rispunta in una intervista al Sole24Ore nella quale si lamenta di non essere stata coinvolta dal governo nelle decisioni relative a dazi e Ue. “Le nostre proposte sono pronte e sono a disposizione delle parti politiche. Siamo sempre disponibili a collaborare su queste grandi questioni nell’interesse del Paese, ma a differenza di quanto avvenuto altrove in Europa il governo Meloni non ci ha ancora convocato per discutere la questione dazi”, dice la segretaria Pd, critica con la visita a Washington di Giorgia Meloni: “La premier si è impegnata ad aumentare la spesa militare e a far investire 10 miliardi alle imprese italiane negli Usa quando non ne ha trovato ancora uno per tutelare quelle colpite dai dazi ed evitare delocalizzazioni. In cambio pare abbia ottenuto una visita di Trump in Italia. Per ora non mi pare un gran bilancio”, taglia corto. Lei che negli Usa non sarebbe neanche andata, perché non considera utile parlare col presidente del più importante paese del mondo che non le sta simpatico, ora fa le pulci al comportamento tenuto dalla premier italiana.

“In generale il problema non è dialogare con Trump, ma farlo a testa alta. La questione fondamentale è non dare a Trump l’idea che possa trattare in bilaterale con ciascun Paese, che è quello che vorrebbe per indebolire l’Unione europea. L’Europa deve essere unita e compatta in questo negoziato e deve essere pronta a colpire dove fa più male, ossia le Big tech americane che sostengono Trump”. “L’attuale Presidente – osserva la leader dem – è un nostro avversario politico ma questo non significa rinunciare al fondamentale rapporto con gli Stati Uniti. Bisogna dunque negoziare fino all’ultimo minuto utile… i dazi di Trump rischiano di colpire soprattutto imprese e lavoratori italiani… occorre sventare a tutti i costi una guerra commerciale…”. E quindi? L‘obiettivo di un vertice Usa-Ue per “scongiurare la guerra commerciale”, ottenuto dalla Meloni, non è forse utile alla causa?

La Boldrini tuona contro l’alleanza anti-woke

Laura Boldrini, invece, delira citando notizie solo a lei note. “Tra un complimento e l’altro per i reciproci, presunti, successi, ieri Meloni ha promesso a Trump che l’Italia comprerà più gas liquido dagli Usa, spendendo il 50% in più che comprandolo ad esempio dall’Algeria, e che arriveremo al 2% di spesa militare. E da dove le compriamo le armi per raggiungere questa soglia? Dagli Usa, naturalmente. Aggiungiamo i 10 miliardi di investimenti di imprese italiane in Usa che così creeranno lavoro oltre oceano invece che in Italia. E poi grandi elogi per quello che li unisce: la battaglia contro gli immigrati e quella contro il cosiddetto woke, cioè contro i diritti delle minoranze. Per finire, quel ‘faremo l’occidente di nuovo grande’ pronunciato da Meloni parafrasando il suo amico. Ma di quale occidente parla la premier? Di quello che licenzia migliaia di persone dall’oggi al domani, senza alcuna tutela? La saldatura delle due destre di Meloni e Trump consolida una politica illiberale e oscurantista…”, è il giudizio dell’esponente del Pd.

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di Monica Pucci - 18 Aprile 2025