
Renzi si lagna della dittatura mediatica di Meloni. Lui occupò “Amici” e stava in tv più di Barbara D’Urso
“Renzi batte Berlusconi”, “Renzi supera anche Barbara D’Urso”, “Renzi di nuovo dalla De Filippi?”. Senza considerare le comparsate giovanili da Mike Bongiorno, Matteo Renzi è stato considerato, al pari di Berlusconi, il più bravo comunicatore politico degli ultimi anni, anche grazie alle sue doti “tentacolari” nell’occupazione degli spazi tv, nell’era del “renzismo”. Dal 2014 al 2016, ma anche prima, nel corso della sua ascesa politica prima al Pd poi a Palazzo Chigi, Renzi aveva dato il meglio di sé proprio nella capacità di inserirsi in fasce di pubblico, anche televisivo, di suo interesse, come i giovani di “Amici”, dove si presentò in giubbino di pelle alla Fonzie, o dalla D’Urso, battuta peraltro perfino nel tempo trascorso in tv. “Una strategia precisa – spiegava nel 2017 il direttore del tg di la7 Enrico Mentana – Renzi è il propagandistica unico del suo esecutivo. Gli altri ministri non esistono, esiste soltanto lui”. Un’operazione che Mattia Feltri definisce occupyTv e che per Claudio Velardi, già consigliere di D’Alema a Palazzo Chigi e esperto di comunicazione politica, è indiscutibilmente buona: “Matteo – spiega sempre a la Stampa – è in luna di miele con gli italiani per cui questa sovraesposizione è ottima”.
Renzi attacca la Meloni sulla cosa che lui faceva meglio
Oggi, però, Renzi, pur di attaccare Meloni, la accusa di presenzialismo, di dittatura mediatica e di apposizione di veti politici nei suoi confronti. Da che pulpito viene la predica… “Giorgia Meloni è fortissima nel racconto mediatico. Del resto lei è ossessionata dal controllo della comunicazione: pensate che ci sono dei giornalisti che non mi invitano più in trasmissione da quando ho osato criticare la Premier. Un esempio? Nicola Porro”, scrive il leader di Iv nella sua ultima enews. Sarà che il suo partito è sceso a percentuali “bolzanine” di consenso?