“Uso compulsivo dello sciopero”, Cisl e Ugl contro Landini: “Mobilitazione politica, svilisci il sindacato”
Mentre Maurizio Landini continua dalle piazze dello sciopero ad esasperare i toni e a rilanciare parole d’ordine estreme e pericolose, le ragini di chi ha deciso di non aderire – Cisl e Ugl in primis- vengono silenziate dai grandi media. Eppure la frattura del fronte sindacale ha motivazioni molto illuminanti sulla natura della mobilitaziobe: si tratta di uno sciopero tutto politico che la Cisl con il numero uno Sbarra in questi giorni ha smascherato. Il clima è incandescente e il botta e risposta di queste ultime ore lo ha dimostrato: lo sciopero è stto giudicato come inutile e perfino dannoso dalla Cisl. Al Quotidiano QN il leader Cisl ha spiegato: “Siamo stati sempre del tutto autonomi dai Governi. La nostra storia lo dimostra chiaramente. E da sempre guardiamo allo sciopero come allo strumento di extrema ratio, una scelta anche dolorosa, perché implica il fallimento del momento negoziale e sacrifici per i lavoratori”.
C’è chi non sciopera, Sbarra a Landini: “Così allontani le persone dal sindacato”
Poi arriva al nocciolo della questione: “Lo sciopero – prosegue Sbarra – rimane uno strumento sindacale. Finalizzato a portare risultati tangibili per le persone e non ad esprimere opposizione a un governo o a un’area politica. In questo quadro, quando il dialogo si spezza siamo i primi a scendere in piazza: basta guardare alle mobilitazioni delle scorse settimane su Tpl, automotive e il suo indotto”. Quello che secondo Sbarra non va bene, invece, è “usare la mobilitazione generale in modo compulsivo”: questo, spiega, può portare danni: perché “oltre ad allontanare le persone dal sindacato, porta a toni sempre più alti e a un clima sempre più irrespirabile nei luoghi di lavoro e nelle comunità. Uno schema sbagliato, che crea disagio tra lavoratori e cittadini, infuoca inutilmente le relazioni industriali, allontana il mondo del lavoro dai luoghi di decisione”.
“Sciopero va usato non per indebolire maggioranze o governi sgraditi”
Landini ha preso d’aceto dopo queste parole e ha urlato che la risposta la daranno i lavoratore che scenderanno in piazza, richiamandosi alla quantità numerica della Cgil. Sbarra ha controreplicato: “Rassicuro Landini che migliaia di lavoratori e pensionati ci stanno rispondendo e chiamando in queste settimane per iscriversi alla Cisl. Anche quest’anno gli associati alla nostra organizzazione aumentano, con nostra grande soddisfazione, in tutte le categorie . Segno che le persone chiedono concretezza e assunzione di responsabilità dal sindacato. E non proteste dal sapore politico utili solo a scaricare costi e sacrifici su di loro”. Cosi il leader della Cisl Sbarra a Bologna a margine del Consiglio Generale della Cisl Emilia Romagna. “Lo sciopero è uno strumento serio. Ma va utilizzato per fini sindacali, non per indebolire governi o maggioranze sgradite”, ha aggiunto Sbarra.
Paolo Capone, Ugl a Landini: “Banalizzazione dello sciopero, il cui fine è la negoziazione”
Molto duro anche Paolo Capone, segretario generale Ugl, sigla che non aderisce alla mobilitazione: “Lo sciopero odierno, che Landini aveva dichiarato ben prima che si sapesse il contenuto della finanziaria stessa, è chiaramente di natura politica. O di supporto ad alcuni partiti, segno di una prevenzione rispetto all’azione del Governo. L’Ugl partecipa agli scioperi quando c’è una rivendicazione certa da dover esigere. Ma non quando si deve fare uno sciopero preventivo o pregiudiziale come quello che hanno deciso di indire UIL e Cgil”.
Deve essere chiaro che “la strumentalizzazione dei lavoratori a fini politici svilisce e indebolisce l’azione sindacale- prosegue Capone- . Lo sciopero è un’iniziativa di lotta che i lavoratori pagano con la loro busta paga. Ed è proprio per senso di responsabilità nei loro confronti che bisogna ricorrere a questo strumento come ultima ratio. Quello che i lavoratori si aspettano dai sindacati è la negoziazione fino alla ricerca di una soluzione. L’uso eccessivo dello sciopero finisce per banalizzare tale mobilitazione riducendone l’impatto. Il rischio legato allo sciopero continuativo è che i lavoratori stessi smettano di credere all’efficacia di tale strumento oltre alla confusione e al disagio che si genera per tutti i cittadini italiani”.