Spagna, catastrofe senza fine: 158 vittime. Si cercano corpi in auto, case e scantinati. E gli sciacalli imperversano (video)

1 Nov 2024 8:52 - di Prisca Righetti
Spagna

Spagna, catastrofe senza fine. Decine e decine di persone risultano ancora disperse nel sud-est della Spagna a 48 ore dalle drammatiche inondazioni che hanno già causato almeno 158 vittime. «Abbiamo già 155 morti nella regione di Valencia, due in Castilla-La Mancha e un altro in Andalusia, per un totale di 158 persone. A cui vanno aggiunte decine e decine di dispersi», ha dichiarato il ministro per le Politiche territoriali, Ángel Víctor Torres, in una conferenza stampa. Un’apocalisse che continua a deflagrare senza tregua: ci sono ancora cadaveri nelle auto. E ancora corpi senza vita nelle case, nei garage, negli scantinati. Vittime, tante vittime, ettari di terreno distrutti e fango ovunque. Giovani volontari spalano, perlustrano auto ed edifici, mentre rabbia e disperazione si innestano sulle polemiche sui soccorsi, i ritardi nel lanciare l’allerta.

Alluvione in Spagna, il bilancio del disastro: 158 morti e decine e decine di dispersi

Come se non bastasse, poi, ad infierire su una popolazione allo stremo, ci si mettono anche gli sciacalli: secondo quanto riferisce El Pais riportando informazioni del ministero degli Interni, la polizia spagnola ha arrestato 39 persone nelle ultime ore come presunti autori di atti di sciacallaggio nelle zone colpite dalle piogge torrenziali che hanno devastato la regione di Valencia. Uno sfregio inferto che aggiunge lo scempio al dolore, con furti messi a segno da ladri che hanno approfittato del caos creato dall’alluvione per depredare oggetti di alto valore economico poco ingombranti, come computer, telefoni cellulari o profumi di marca. Insomma, tutto quel che restava soprattutto nei centri commerciali di Aldaia e ad Alfafar, già gravemente colpiti dalle inondazioni. E così, oltre al danno la beffa, con le forze di sicurezza costrette a ritirare parte delle truppe dal soccorso alle vittime per pattugliare le aree, al fine di prevenire ulteriori saccheggi.

Dolore e rabbia per i ritardi dell’allerta e le polemiche sui soccorsi, e ci si mettono pure gli sciacalli…

Così, mentre si monitora il meteo – migliora la situazione: tolta l’allerta rossa nel Castellon. Livello arancione in Andalusia. Aragona. Catalogna e Comunità Valenciana. Giallo in Castilla Y Leon, Estremadura e Ceuta – il bollettino del disastro aumenta di ora in ora il drammatico bilancio dell’alluvione che ha colpito Valencia e le zone limitrofe. Mentre le ricerche dei dispersi vanno avanti senza sosta nelle province dove si concentra la maggior parte delle vittime. Alle operazioni di soccorso partecipano un migliaio di soldati dell’Unità militare di emergenza, oltre a migliaia di guardie civili, vigili del fuoco e agenti di polizia.

Si spala il fango ovunque, si cercano le vittime nelle auto, nei garage, negli scantinati

Il ministro della Difesa Margarita Robles ha dichiarato alla stazione radio Cadena Ser che un’unità militare specializzata sta setacciando il fango e i detriti con cani antidroga nelle zone più colpite. E alla domanda se il numero delle vittime potesse aumentare, ha detto: «Purtroppo non siamo ottimisti». Le squadre hanno portato con sé 50 obitori mobili. «Ci sono persone morte all’interno di alcuni veicoli», ha affermato dal canto suo il ministro dei trasporti spagnolo Óscar Puente in riferimento a centinaia di auto e camion bloccati su strade macchiate di fango marrone.

Migliaia di utenti sono ancora senza elettricità nelle proprie case e i danni materiali sono incalcolabili. Ci sono ancora molte strade chiuse nella provincia di Valencia, dove migliaia di auto sono rimaste bloccate, spazzate via, e il servizio ferroviario ad alta velocità tra Madrid e la Comunità Valenciana e il corridoio mediterraneo per Barcellona è sospeso, così come la maggior parte dei treni suburbani.

Alluvione in Spagna, Sanchez a Valencia: «La Dana continua, restate a casa»

Dopo aver annunciato tre giorni di lutto nazionale e la dichiarazione della zona come «altamente colpita», il premier spagnolo Pedro Sanchez ancora ieri ha chiesto alle persone che vivono nelle province di Valencia e Castellón «di rimanere a casa perché la Dana continua». E di «rispondere a tutte le chiamate dei servizi di emergenza». A Valencia per partecipare a una riunione della protezione civile Sánchez ha iniziato il suo intervento ringraziando le squadre di soccorso che continuano a lavorare in aiuto della popolazione. «La priorità in questo momento è trovare le vittime, i dispersi, placare l’angoscia che le famiglie stanno vivendo; e in secondo luogo mettere tutte le risorse dello Stato dal punto di vista economico a disposizione della ricostruzione e del ritorno il prima possibile alla normalità».

Dal re arriva un appello all’unità: «Non è ancora finita»

Contemporaneamente, un appello «all’unità negli aiuti e nel sostegno» alle persone colpite dalle alluvioni da parte delle amministrazioni e della società civile per superare il «trauma» provocato dall’ondata eccezionale di maltempo è stato lanciato dal sovrano spagnolo Felipe VI. Il re ha elogiato le squadre di soccorso e di emergenza per gli sforzi profusi ed è tornato a ribadire la «desolazione e costernazione» sua e della regina. Felipe VI ha nuovamente esteso le condoglianze alle famiglie delle vittime e la propria solidarietà a quanti hanno subito danni, sottolineando che l’ondata di maltempo non si è ancora conclusa e ci sono ancora «previsioni di rischio».

Sì perché il maltempo provocato dal ciclone Dana non si è esaurito: si è spostato. Con sorvegliate speciali le aree del nord-est (allerta arancione nel nord di Castellón e nel sud di Tarragona) e del sud-ovest (allerta gialla nelle province di Cadice, Huelva e Siviglia in Andalusia e in tutta l’Estremadura). (Sotto un video della devastazione e dei salvataggi postato da Varese News su Youtube).

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