Ragazza morta all’ospedale di Foggia: indagati per omicidio colposo venti tra medici e infermieri
Venti dipendenti del Policlinico di Foggia , tra medici ed infermieri, sono indagati per la morte di Natascia Pugliese, la ragazza di Cerignola deceduta lo scorso 4 settembre nella sala operatoria della chirurgia toracica per le complicazioni in seguito ad un incidente stradale avvenuto a Cerignola mentre era a bordo di un monopattino elettrico”. Lo scrive la ‘Gazzetta del Mezzogiorno’. La giovane era ricoverata da giugno nell’ospedale del capoluogo.
La morte della ragazza e l’aggressione ai medici di Foggia
A seguito della morte della ragazza i familiari diedero vita a una reazione violenta, una vera e propria spedizione punitiva, con i sanitari costretti ad asserragliarsi in una stanza del nosocomio. Una aggressione in ‘stile Gomorra’, l’ha definita su Facebook la stessa giovane sorella della scomparsa.
E’ proprio per reagire a quella e ad altre aggressioni al personale sanitario, verificatesi negli ultimi tempi nel capoluogo e in provincia, che ieri si è svolta un’affollata manifestazione davanti all’ingresso del Policlinico, convocata dalle sigle sindacali dei medici Anaao Assomed e Cimo-Fesmed, cui hanno aderito altre organizzazioni del mondo sanitario e non solo.
Il quotidiano ricorda che quello firmato dal Pm della procura di Foggai , Paola de Martino “è un atto dovuto dalla prassi, perché domani è fissata la data di incarico al professore Vittorio Fineschi per eseguire l’autopsia sul corpo di Natascia Pugliese e accertare le cause del suo decesso”. In questo modo gli indagati avranno la possibilità eventualmente di nominare un consulente di parte” che potrà assistere alle operazioni durante l’esame autoptico.
L’asl foggiana: “Atto dovuto e fiducia nei sanitari”
“Un atto dovuto: i magistrati fanno il loro lavoro, stanno svolgendo le indagini, non c’è nulla di strano. Noi stessi come ospedale stiamo collaborando per far luce sulla vicenda e appurare come sono andati veramente i fatti. Ma tutto il personale è sereno”. Così Giuseppe Pasqualone, direttore generale del Policlinico Riuniti foggiano.