Parla il negoziante di Pordenone del cartello contro Ilaria Salis: “Se occupa un posto non lo lascia più” (video)
È diventata virale sui social una scritta contro Ilaria Salis apparsa sulla vetrina di un esercizio commerciale in centro a Pordenone. Il cartello è comparso in via Rovereto nel negozio Friûl Phone di Gianni Sartor, consigliere comunale d’opposizione a Zoppola e mostra Ilaria Salis accompagnata dalla scritta: “Io non posso entrare”.
La foto della neo eurodeputata eletta con Alleanza Verdi Sinistra e la scritta “Io non posso entrare” hanno sollevato un vespaio di polemiche. La provocaizone ha scatenato forti reazioni della scena politica italiana e non è nemmeno il primo con la stessa “firma”. Tempo fa, infatti, un altro avviso del genere aveva fatto il medesimo “giro” e aveva come protagonista l’allora presidente del Consiglio Mario Draghi.
La vetrina del negozio di via Rovereto a Pordenone è comparsa anche sul profilo Instagram Crazyitalianpol. E l’eco he ha avuto, soprattutto in Rete, ha costrettto lo stesso Sartor ha commentare la sua trovata. “Lo so – spiega il titolare del negozio, Gianni Sartor – la fotografia sta diventando popolare. Ma io non la rinnego. Ne avevo fatta una simile anche nei confronti di Mario Draghi“, prova a giustificarsi.
Il negoziante di Pordenone ha un girato un video per spiegare il no a Salis
Successivamente, Sartor ha anche girato un video nel quale spiega altrettanto provocatoriamente il motivo del cartello: “Scandalo? Ma se Ilaria Salis entra in un posto non lo lascia più (facendo riferimento alle occupazioni abusive di cui l’eurodeputata va fiera ndr), tutti dovrebbero averlo”.
E sui social, mentre chi chiede di denunciare Sartor, c’è chi ricorda: “Se si poteva scrivere “qui meloni non entra” ed esporre il suo libro al contrario non vedo perché non si possa fare con Salis”.
E un altro utente commenta: “Mi meraviglio di chi si meraviglia, sto gioco si è sempre fatto, qua non entra la meloni, qua non entra Salvini, qua non si vende il libro di Vannacci, qua non entra la Salis è solo l’ultimo in ordine temporale. E in democrazia, decido io che servire e chi no, da privato ovvio”.
Se si manca clamorosamente di rispetto a un politico di centrodestra, tutti a spellarsi le mani a forza di applausi, se si esprime la propria disistima verso un politico, o politicante, di sinistra, ecco esplodere l’indignazione dei fautori del “politically correct”.
Magari, visto il personaggio, il titolare del negozio aveva paura che la Salis glielo occupasse!
Sempre due pesi e due misure per la sinistra, fino a quando noi di destra non ci stancheremo.
Ma Facesse la persona seria.
Se un privato non vuole farla entrare nel suo negozio .nessuno lo può obbligare.
Potrebbe anche avere timori.