Mistero Navalny, “The Insider” rompe il silenzio: potrebbe essere stato avvelenato in prigione. Il giallo dei due referti
Ufficialmente, la morte di Navalny è stata attribuita a cause naturali e il comitato investigativo russo ha dichiarato a luglio che il caso “non ha natura criminale”. Tuttavia, il contenuto dei documenti in possesso di The Insider dimostra che le autorità russe avrebbero manomesso i documenti ufficiali e rimosso i riferimenti ai sintomi di cui Navalny era stato documentato soffrire. «Sintomi che non corrispondevano alla causa ufficiale della morte dello stato russo. Come confermano gli esperti medici, questi sintomi indicano chiaramente che Navalny è stato avvelenato». La denuncia, argomentata con una documentazione di cui la testata specializzata in giornalismo investigativo sarebbe in possesso, torna sul mistero di un decesso mai realmente sviscerato…
Navalny potrebbe essere stato avvelenato in prigione?
Il prossimo febbraio sarà passato un anno dalla morte del dissidente russo Navalny, quando, mentre l’agenzia Tass si affrettava a riferire che la vittima aveva avvertito un malore dopo una passeggiata, e che, nonostante fossero state eseguite «tutte le misure di rianimazione necessarie», queste «non avrebbero dato risultati positivi», aprendo a una serie di sospetti e di speculazioni tutt’ora rimasti irrisolti.
La versione ufficiale, la denuncia della moglie del dissidente, i misteri dell’Occidente
Così, mentre la moglie di Navalny e i suoi familiari puntavano l’indice contro Putin, ritenuto responsabile di quella morte, e l’Occidente intero si interrogava sulla fine improvvisa del dissidente incarcerato e trasferito da poco nella lontana Siberia. Tra chi additava le cause della sua morte a un’embolia. E chi adombrava il sospetto di un pestaggio letale, il caso non si è mai realmente chiuso. Continuando a dare adito a congetture, supposizioni, ricostruzioni. Ad alimentare un enigma e il suo retroscena possibile, a tutt’oggi ancora irrisolti.
Morte di Navalny, la rivelazione di “The Insider” che squarcia un lungo periodo di silenzio
Una storia, quella di Navalny e della sua morte, a cui è ancora difficile mettere la parola fine. Una vicenda, quella dell’oppositore detenuto in un remoto carcere della Siberia e morto prima di compiere 48 anni, su cui nell’immediatezza degli eventi si è detto e scritto di tutto e di più. Poi però, su quella detenzione, e su quel misterioso decesso, è calato un impenetrabile velo di silenzio. Fino ad oggi. Oggi che The Insider – pubblicazione online specializzata in giornalismo investigativo – sulla base di un «referto, poi, corretto», scrive che Navalny potrebbe essere stato avvelenato anche nella prigione della regione di Yamalo Nenets in cui era detenuto.
Il giallo dei due referti
E che sarebbe questa la causa della sua morte lo scorso febbraio. Una teoria, secondo la fonte citata, che emergerebbe da un referto ufficiale del decesso prima delle correzioni effettuate per corroborare la versione finale delle autorità, e per cui nella versione ufficiale, l’oppositore sarebbe morto a causa di un problema cardiaco, provocato da ipertensione e da altre patologie di cui soffriva. Dunque, secondo quanto scrive The Insider, esisterebbero pertanto due varianti dei documenti ufficiali, datati 26 febbraio.
I documenti ufficiali ottenuti da “The Insider”
Di più. Secondo The Insider, uno dei due sarebbe stato poi corretto e reso pubblico. Mentre l’altro sarebbe rimasto segreto fino a ora. Negli ultimi minuti della sua vita, ha denunciato la moglie Yulia, Navalny aveva lamentato un dolore lancinante allo stomaco. Questa stessa frase è riportata sul primo documento, in cui si precisa anche che «all’improvviso Navalny ha iniziato a vomitare. Ad avere convulsioni, fino a perdere conoscenza». Il secondo documento, invece, non riporta questa frase. E neanche fa menzione dei dolori lancinanti all’addome.
La tesi dello specialista in rianimazione che curò Navalny in ospedale
«La causa ufficiale della morte, aritmia, non spiegherebbe i sintomi riportati nel documento originale. È improbabile che tali sintomi possano essere spiegati in altro modo che con l’avvelenamento», ha argomentato lo specialista in rianimazione Aleksandr Polupan. Il medico che aveva curato Navalny nell’ospedale di Omsk, dove il dissidente era stato ricoverato d’urgenza nell’agosto del 2020 dopo essere stato avvelenato con il Novichok.
Morte Navalny, la sostanza killer
Non solo. Il breve tempo intercorso fra il vomito e le convulsioni suggerisce che Navalny potrebbe essere stato avvelenato con una sostanza organofosforica. Categoria di cui fa parte il Novichok se viene ingerito, non se viene applicato alla cute. Anche il fatto che il corpo non sia stato consegnato ai parenti per una settimana, e che non sia stato autorizzato un esame indipendente dei bio-campioni, sembra confermare la tesi dell’avvelenamento. E il mistero, lungi dall’essere svelato, s’infittisce sempre di più.