L’omaggio a Giacomo Gobbato, Santanchè: “Un italiano vero oltre ogni ideologia”. Ma a sinistra c’è chi strumentalizza
Ha suscitato grande commozione, anche nella politica, la morte di Giacomo Gobbato, il ragazzo di 26 anni, assassinato a Mestre da un cittadino moldavo per essere accorso in soccorso di una donna che stava subendo un tentativo di rapina. Il cordoglio e il riconoscimento dell’eroismo di Giacomo – e di Sebastiano, l’amico che era con lui ed è stato accoltellato a una gamba – sono stati bipartisan e oltre ogni steccato ideologico: Giacomo era un attivista del centro sociale Rivolta. Eppure c’è stato chi, a sinistra, non è riuscito a evitare la tentazione di strumentalizzare la vicenda, scoprendo improvvisamente il tema della sicurezza, dopo aver alzato le barricate in Parlamento contro il ddl ancora in discussione.
Santanchè: “Rendiamo omaggio a questo ragazzo, un italiano vero”
“Rendiamo omaggio a questo ragazzo, un italiano vero oltre ogni ideologia, che si è ribellato all’indifferenza generale. Siamo vicini col cuore ai suoi genitori, che perdono un figlio, ma hanno trovato un eroe che incarna i nostri valori smarriti della società”, ha detto il ministra del Turismo Daniela Santanchè, sottolineando che “questa volta non è il caso di polemizzare. Non interessa chi sia l’assassino. È Giacomo Gobbato l’unico che meriti di essere ricordato e onorato. Aveva solo 26 anni, ma non ha esitato a sacrificare la propria vita per aiutare una donna che stava per essere rapinata”. “Mi unisco al dolore per l’omicidio di Giacomo Gobbato. In questo momento drammatico esprimo la mia totale vicinanza alla famiglia del ragazzo”, ha detto anche il parlamentare veneto e vicepresidente vicario del gruppo di FdI al Senato, Raffaele Speranzon, che ha voluto rivolgere anche “un plauso alle forze dell’ordine per aver prontamente fermato l’omicida”. “Auspico – ha concluso – che ora venga fatta giustizia. Senza sconti”.
Il prefetto: “L’area è sorvegliata, nella nostra valutazione è un fatto isolato”
Anche il prefetto di Venezia, Darco Pellos, ha voluto rivolgere il suo pensiero e il suo omaggio alla vittima e all’amico aggredito, “che hanno dimostrato abnegazione e altruismo in aiuto di una persona in pericolo”. Parlando con l’agenzia Ansa, Pellos, ha spiegato che “nella nostra valutazione si tratta di un fatto isolato”. “L’aggressore – ha detto – risultava incensurato, non ha precedenti penali né misure di espulsione. L’area dove è avvenuto il fatto è sorvegliata, sia con operazioni ad alto impatto che tramite l’operazione ‘Strade sicure’. A dimostrazione di questo, il fatto che in pochissimo tempo l’aggressore è stato arrestato. Per la ricostruzione del fatto saranno utili anche le immagini della videosorveglianza – ha concluso – che descrive l’evento in maniera dettagliata”. Le indagini e gli accertamenti sono condotti dalla Squadra Mobile. Dopo l’omicidio di Giacomo in prefettura è stata convocata una riunione d’urgenza di coordinamento di tutte le forze dell’ordine, alla quale ha partecipato anche il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro. “Questo è il momento del cordoglio e del dolore. Non ci sono parole”, ha dichiarato Brugnaro al termine dell’incontro.
Zaia: “Fatto di gravità inaudita, che non può lasciare indifferenti”
Ha parlato di fatto sconvolgente e di una gravità inaudita il governatore del Veneto Luca Zaia, sottolineando che “un episodio del genere non può lasciare indifferenti”. “La sicurezza è uno dei cardini della nostra società e non si può lasciare che accadano fatti del genere in una città, Mestre, dove convivono cittadini e migliaia di persone provenienti da tutto il mondo. È necessario che sia posta maggiore attenzione alla sicurezza e che, per quanto possibile, si pensi ad un rafforzamento della presenza delle forze dell’ordine”.
La sinistra strumentalizza anche la morte di Giacomo Gobbato
Nonostante le valutazioni della prefettura, era inevitabile che un fatto di questa natura aprisse una discussione sulla sicurezza. Ciò che si poteva evitare erano le strumentalizzazioni, che purtroppo non sono mancate in alcune dichiarazioni di cordoglio della sinistra. Il senatore Pd e segretario dem del Veneto, Andrea Martella, ha detto che “la propaganda e gli slogan sulla sicurezza si scontrano con la realtà”. “In parlamento chiederemo al governo, come già fatto più volte, di uscire dalla bolla della demagogia e di confrontarsi sul merito delle iniziative da adottare anche per Venezia e Mestre sul tema sicurezza e presidio del territorio”. La capogruppo di Avs alla Camera, Luana Zanella, parlando del “gesto eroico” dei due ragazzi e chiedendo la proclamazione del lutto cittadino, ha descritto “una città indifferente, abbandonata a se stessa, piena della vuota retorica securitaria di autorità politiche incapaci di far fronte alle emergenze sociali e ambientali”.
Il post del centro sociale Rivolta: “Non importa dove sia nato il colpevole”
Il centro sociale Rivolta, frequentato da Giacomo e da Sebastiano, ha indetto per il pomeriggio una manifestazione nel posto in cui il ragazzo è stato ucciso e dove fin dalla mattina è stato un via vai di cittadini che hanno voluto rendere omaggio con un fiore o una preghiera. “Giacomo è morto perché non si è girato dall’altra parte, non ha fatto finta che tutto andasse bene, perché era un fratello generoso che quotidianamente lottava contro le ingiustizie, per un mondo più giusto e senza discriminazioni. È così che vogliamo ricordarlo, nelle sue e nelle nostre lotte”, si legge nella convocazione della manifestazione, mentre nel post di saluto all’amico morto si legge che “c’è un colpevole. È una persona, una singola. Non importa dove sia nato o di che colore abbia la pelle. E tutto questo succede in una città abbandonata da anni a se stessa”. “Questo – si legge ancora nel post – per noi è il tempo del dolore. Non accettiamo strumentalizzazioni. A Giacomo, che nella sua giovane vita ha sempre lottato per una società inclusiva, multiculturale, antirazzista lo dobbiamo”.