L’inchiesta di Perugia e le intercettazioni sul finanziere Striano: “Ho un appunto su Matteo Renzi”
L’inchiesta di Perugia sulle migliaia di accessi abusivi da parte del finanziere Striano e del magistrato Laudati, per i quali il procuratore Raffaele Cantone ha rinnovato la richiesta di arresti al tribunale del Riesame, si arricchisce di nuovi elementi. Secondo quanto riporta Il Giornale, Pasquale Striano, intercettato durante l’inchiesta, parla di leader politici come Matteo Renzi e di documenti in suo possesso. Un quadro che conferma la gravità di quanto accaduto a Perugia e di una violazione della privacy che non ha precedenti.
L’inchiesta di Perugia e le parole di Striano
Tra i messaggi annotati ce n’è uno dell’8 febbraio 2022 del finanziere alla compagna. Lui le manda una foto che lo ritrae nei pressi di San Giovanni in Laterano a Roma. Gli investigatori riassumono così lo scambio: Striano , “spera che quel giorno qualcuno di non identificato gli dica qualcosa di positivo perché il giorno prima gli è stato chiesto l’ennesimo appunto riservato su Renzi”. In effetti scrive proprio così il tenente alla compagna: “Ieri mi ha fatto fare l’ennesimo appunto su Renzi: se mi beccano mi rompono il c..”. Chi è il soggetto che gli ha chiesto appunti sul senatore fiorentino? Su questo c’è silenzio da parte della procura.
Va rilevata una circostanza temporale: due giorni prima, il 6 febbraio 2022, venivano pubblicati alcuni articoli sulle consulenze di Renzi dall’Arabia Saudita, contenenti i dati relativi una Segnalazione di operazione sospetta trasmessa dall’Antiriciclaggio della Banca d’Italia alla guardia di finanza e pubblicata nei suoi dettagli dal Corriere e dalla Stampa: “Renzi e le consulenze in Arabia Saudita: versati sul conto bonifici per un milione e 100 mila euro”.
Le altre chat
Altre chat, si legge nell’informativa, sembrano riferire di una “guerra” interna alla Dna, tra il magistrato Antonio Laudati, sostituto procuratore all’epoca dei fatti e coordinatore del Gruppo Sos – indagato solo per qualche episodio di accesso abusivo, non per tutti quelli contestati a Striano – e Giovanni Russo, ex procuratore aggiunto alla Dna, estraneo alle indagini. Quest’ultimo sarà sentito dalla Commissione parlamentare antimafia nel prossimo ciclo di audizioni.
A Perugia commessi reati gravissimi
L’accesso abusivo a dati sensibili è già di per se un fatto grave. Lo diventa ancora di più se, come sembra, diventa motivo di articoli giornalistici. L’inchiesta di Perugia merita approfondimenti e forse ci lascia in eredità la necessità di leggi più severe contro chiunque violi la privacy.