La sfida di Bucci tra progetti e stoccata a Orlando: non mi fa paura. Dietro ha solo il “campo rotto”, ma non ha mai amministrato
Liguria, Bucci tra progetti e stoccata al candidato del “campo rotto” lo dice forte e chiaro: «Orlando? Non mi fa paura. Dietro di sé ha solo i partiti di quello che chiamo il “campo rotto”, ma non ha mai amministrato… Forte della richiesta di candidatura avanzata da Giorgia Meloni. Rassicurato dalle parole premier che, in merito a una sua risposta, ha subito chiarito: «La decisione se accettare o meno è solo tua. Qualunque sarà, sono certa essere quella giusta». E determinato a riprendere i lavori e affrontare le sfide che la Liguria attende di veder realizzate dopo il «prevedibile freno all’attività amministrativa» vista l’indagine in corso sul caso Toti, slancio, propositività e impegno illustrati da Marco Bucci, candidato del centrodestra alla presidenza della regione Liguria, sono in gran parte in quell’«andiamo avanti» comunicato per telefonato alla Meloni in risposta alla proposta di scendere in campo per la carica di governatore.
Liguria, Bucci, la sfida per la Liguria, il monito su Orlando
Una carica e un desiderio di fare tanto e bene per quella regione costretta a uno stop e in attesa di risposte e soluzioni, che Bucci enuclea e argomenta in un’intervista a Il Giornale in cui tra ottimismo e operosità annuncia i punti nodali del suo programma: completare e rinnovare i progetti infrastrutturali che riguardano Genova. Occuparmi del Ponente (ad esempio il tunnel del Nava, l’autostrada, la ferrovia). Poi c’è la parte di Spezia. Anche lì interventi sulla ferrovia e sulla logistica. Cinque ospedali nuovi, riforma dei pronto soccorsi, liste di attesa da ridurre a zero. E poi un piano per la prevenzione. È lì che si deve intervenire. Prevenire è sempre conveniente. Poi sviluppo economico e ambiente». Sono solo alcuni dei progetti per la Liguria che Marco Bucci, candidato del centrodestra alla presidenza della regione Liguria, ha in serbo. E che delinea in un’intervista al quotidiano milanese, senza mancare un riferimento al suo diretto competitor: Andrea Orlando.
Bucci, «Orlando non mi fa paura: non ha mai amministrato»…
In merito allo sfidante, allora, Bucci non mostra particolari timori o affanni. Anzi, tra analisi lucida e ferma convinzione, l’ex dirigente d’azienda, sindaco di Genova, da qualche giorno candidato alla presidenza della Regione per il centrodestra e che parallelamente all’agone elettorale sta combattendo una sua personale battaglia contro un tumore – che, come conferma anche nell’intervista, rappresenta per lui una sua ulteriore sfida che non gli ha tolto la forza e la volontà necessarie per governare la sua Liguria – afferma che «innanzitutto non lo ritengo un osso duro. Dico che ha una grande carriera politica alle spalle – sottolinea Bucci –. Ha sempre e solo fatto questo. È importante, lo rispetto. Però non ha mai lavorato. È una cosa complicata amministrare se nella vita hai sempre e solo fatto il dipendente. Amministrare vuol dire capire come funziona il mondo. E se non hai mai avuto esperienza credo sia tutto più difficile. Detto questo ha molti partiti dietro»…
Il riferimento in punta di fioretto al campo largo…
Già, i partiti… vecchia e immancabile spalla di un certo modo di intendere e amministrare che attiene a vecchie logiche e strategie. E un velato riferimento di Bucci al campo largo che, come sottolinea l’intervistato, «a mio avviso sta diventando un campo rotto». Sul punto, e sui suoi riflessi, allora, Bucci osserva: «Quando Orlando parla si sente molto la politica tradizionale dei partiti. Io penso che i cittadini liguri abbiano bisogno di fatti, di credibilità, e soprattutto bisogno di affidarsi a qualcuno che le cose le sappia fare. Che abbia dimostrato di saperle fare. E che dia loro la certezza che verranno fatte».
«La malattia non indebolirà le mie capacità»
E ancora. «Tutto il lavoro che abbiamo realizzato, a Genova e in Liguria – prosegue Bucci – . Tutti gli investimenti, i risultati, non devono essere messi nella mani dei signori del No. Quelli che hanno votato contro il decreto Genova. La Liguria deve andare avanti. Ha bisogno di noi. Anche di me. Per questo mi sono messo a disposizione». Per questo ce la sta già mettendo tutta, assicurando (tra intenzioni pubbliche e riferimenti privati): la malattia? «Non indebolirà le mie capacità . Sto facendo la terapia immunitaria con anticorpi monoclonali. Non mi dà effetti collaterali quindi vuol dire che le cose stanno andando molto bene». E lui, come ha ribadito nel corso dell’intervista, e rispondendo alla proposta della Meloni, si è messo «a disposizione».