La Russa difende Salvini: “I giudici non possono correggere le norme che non condividono”
Dopo il sabato sera con Arianna Meloni, nell’ultima giornata della festa di Fratelli d’Italia in Emilia Romana, a Lido degli Estensi, è arrivato il presidente del Senato e fondatore del partito Ignazio La Russa, intervistato sul palco da Agnese Pini, direttrice del Quotidiano Nazionale. La prima domanda è arrivata sulla corsa alle prossime Regionali di novembre. Un sondaggio commissionato dal Pd darebbe Ugolini indietro nella corsa elettorale. Ma per La Russa la Regione è contendibile: “Siamo convinti che ce la possiamo fare, lavorando molto”, ha spiegato La Russa.
La Russa in difesa di Salvini per il processo Open Arms
La richiesta dei pm per Salvini? “Io ho fiducia piena nella giustizia, penso che la pubblica accusa in Italia, specie in processi come questo, non dico confonde, ma fa prevalere una tesi che noi avvocati conosciamo benissimo, che è quella che vuole affidare, soprattutto ai pubblici ministeri, un compito di interpretazione estensiva delle norme”, ha detto Ignazio La Russa, nel corso dell’intervista pubblica alla Festa Fdi dell’Emilia-Romagna, a Lido degli Estensi. “Cioè la giustizia, secondo loro, dovrebbe interpretare, interpretare le norme e correggerle. Non tocca alla magistratura correggere le norme, anche quando fossero sbagliate. Può solo applicare la legge, non correggere. Questo è il punto che sfugge”, conclude La Russa.
Poi la questione dell’incontro di Marina Berlusconi con Mario Draghi, su cui qualcuno ha speculato: “Personalmente, per quello che ne so io, c’è un grande rapporto tra il governo e gli eredi di Silvio Berlusconi”, ha detto La Russa, che ha parlato anche di Giovanni Toti. “Lo invito a pranzo da me al Senato perché non credo che sia stato lasciato solo, anche se capisco il suo stato d’animo. Lui ha patteggiato su un reato infinitamente meno grave di quello che gli era stato contestato, io chiedo rispetto, è stato giusto da parte sua patteggiare perché adesso la campagna elettorale in Liguria non deve essere piu’ giocata sull’aspetto giudiziario”. “La decisione di Toti, che non fa cambiare di un millimetro le posizioni politiche, anche rispetto a questa inchiesta, che proprio perché finisce con un reato minore, fa capire che fosse giusto lamentarsi della imputazione per un reato maggiore”, conclude.
La questione degli extraprofitti bancari
“Non ho capito il preventivo no di Tajani a una cosa mai discussa, a trattare degli extraprofitti delle banche”, ha poi spiegato il presidente del Senato, rispetto all’ipotesi di una norma ad hoc nella manovra. “Non c’e’ bisogno di inalberarsi prima ancora che il tema sia posto”, sottolinea la seconda carica dello Stato. “Forse devi fare piacere a qualche banca? Penso di no, perché Tajani non lo farebbe mai, e allora stiamo attenti anche noi a quello che diciamo”, osserva il presidente del Senato. “Perché irrigidirsi, solo perché il ministro Giorgetti davanti alla proposta di un ministro croato ha detto ‘va bene, ne parleremo’? Che doveva fare, schiaffeggiarlo? Qualche volta, anche in casa nostra, sono amico di Tajani e non vuole essere un’accusa, stiamo attenti a non anticipare un dibattito”.