Foti: “Il decreto Cutro viene disapplicato da alcuni giudici. La stretta alle Ong? Era necessaria”
Il tribunale di Palermo ha convalidato solo 10 delle 74 decisioni di trattenimento alla frontiera disposte dalla questura di Agrigento sulla base del decreto Cutro. C’è un problema con la legge? «Il testo è chiaro. Detto ciò, noto una continua disapplicazione della norma in quell’area specifica del Paese. Non può che destare stupore». Così il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Tommaso Foti, in una intervista a La Stampa in merito alle politiche migratorie del governo.
E sul decreto flussi, aggiunge Foti, «il fine è semplice: rendere il più efficace possibile l’azione delle autorità delegate a intervenire». Quanto alla necessità di una nuova stretta contro le Ong, nonostante il calo del 64 per cento degli sbarchi, il presidente dei deputati di FdI precisa: «Un principio non può essere solo legato ai dati. Altrimenti bisognerebbe abolire le norme penali che danno risultati. Evidentemente si ravvede la necessità di introdurre una norma con un’efficacia supplementare. Non c’è alcuna volontà persecutoria nei confronti delle Ong. Ritengo che sia una prerogativa dell’esecutivo valutare delle sanzioni, se individua dei comportamenti anomali».
Foti e lo Ius Scholae: senza l’Italvolley neanche se ne parlava…
Foti si dice anche convinto che «la legge sulla cittadinanza funziona molto bene così com’è». L’esponente di FdI premette ironicamente: «Mi viene il dubbio che se la Nazionale italiana di pallavolo femminile avesse perso alle Olimpiadi, nemmeno ci sarebbe il dibattito sullo ius scholae. La strumentalizzazione è evidente».
«La settimana scorsa alla Camera il centrodestra ha votato compattamente contro le mozioni dell’opposizione sulla cittadinanza – prosegue – Forza Italia preparerà un testo da sottoporre alle forze del centrodestra. Il dibattito si farà, eventualmente, quando avremo in mano questo progetto di legge». Non c’è niente da migliorare nella legge del 1992? «Al massimo si potrebbe pensare a un intervento che acceleri le procedure per dare risposta alle domande di chi ha già i requisiti – risponde -. Effettivamente allo stato attuale i tempi sono abbastanza lunghi. Ma non ci sarebbe bisogno neanche di nuove norme, basterebbe eliminare un po’ di passaggi burocratici farraginosi».