Folla commossa ai funerali di Paola Marella: “La sua luce resta”. Real Time stravolge la programmazione
Chiesa gremita per i funerali di Paola Marella, architetto e conduttrice televisiva tra i primi volti di Real Time, che si sono celebrati questa mattina a Milano. Nelle prime file della chiesa di San Marco, nel quartiere Brera, davanti alla bara sulla quale è stata apposta una composizione di fiori bianchi, sedevano il figlio Nicola, il marito Domenico, gli altri familiari e gli amici più stretti.
“Sei la nostra luce”, ha detto il marito durante la celebrazione funebre. “Paola è stata la luce degli amici, della sua Milano, di molta gente che non la conosceva. Faceva un lavoro normale”, l’agente immobiliare. “Quando ha cominciato era una professione un po’ così, che lei ha nobilitato con la sua professionalità. Poi è entrata in televisione, era il suo posto. Era solare, un’amica per tutti, un supporto, sempre presente. La sua luce resta, non dimenticatela”. Don Luigi Garbarini nell’omelia ha parlato della “discrezione” della conduttrice, morta a 61 anni dopo una lunga malattia, perché “anche negli ultimi giorni al San Raffaele, mentre la città sfilava – ha detto il parroco -, Paola era ferma nel suo letto, nella sua eleganza, e mostrava il suo modo di essere”.
Paola Marella, il ricordo commosso di Borghese
“Siamo stati compagni di viaggio e antesignani di questa nuova televisione che ha preso piede vent’anni fa, lei nel mondo suo dell’immobiliare e io nel mondo della cucina. È un’amica che se ne va, ciao Paola”. Questo è il ricordo commosso di Alessandro Borghese.
La popolarità di Marella era legata ai programmi di Real Time dedicati alla casa, come “Vendo casa disperatamente” e “Cerco casa disperatamente”. Paola Marella, che aveva 61 anni, era un punto di riferimento del mondo del design. Della sua malattia, contro la quale combatteva dal 2011, aveva parlato in una intervista a Panorama nel 2021 nella quale invitava a fare prevenzione e ad avere coraggio nell’affrontare il tumore: “Il messaggio che dobbiamo lanciare è che non dobbiamo avere paura, che non siamo soli, che purtroppo la malattia arriva ma oggi grazie alla scienza sappiamo come affrontarla”.