Beccaria, il pm Sangermano: minori non accompagnati drogati e allo sbando, ecco il “sogno migratorio”
10 Set 2024 14:47 - di Romana Fabiani
Non c’è pace nel carcere minorile Beccaria alla periferia di Milano. Dopo la rivolta di sabato continuano le evasioni di detenuti minori non accompagnati, spesso fermati poco dopo la fuga. La situazione è fuori controllo ma la risposta non è la demagogia della sinistra con le visite sotto i riflettori di Elly Schlein la richiesta di chiusura della struttura. Dietro ai numeri della cronaca (ieri sono evasi altri due detenuti in pieno giorno di 16 e 17 anni), c’è una realtà che i media non raccontano. La fotografia del Beccaria parla chiaro: si tratta di immigrati allo sbando, per la maggior parte drogati e con disturbi psichiatrici, che arrivano spesso in crisi di astinenza e disperati.
Beccaria, evasioni di disperati traditi dal sogno migratorio
È la conseguenza pratica della politica migratoria che per decenni la sinistra ha applicato dietro l’ideologia astratta di un’accoglienza senza se e senza ma che ha prodotto un razzismo al contrario. La promessa dell’Eldorado nell’occidente opulento ha provocato una vera ‘invasione’ di migranti, molti minorenni, che si ritrovano alla mercé della strada, costretti a lavori umili quando non adescati dalla criminalità. Dai microfoni di uno Mattina lo spiega bene il pm Antonio Sangermano, magistrato di lungo corso e capo del dipartimento per la Giustizia minorile e di Comunità, nominato dal ministro Carlo Nordio. “Ci troviamo di fronte a novità, un’invasione di minori stranieri non accompagnati, soprattutto al Nord. A Milano sono l’85%, presentano disturbi comportamentali e psichici senza diagnosi. Vivono una crisi anche dovuta, come osserva il cappellano del carcere, al sogno migratorio spezzato. La risposta è la comunità”.
Il pm Sangermano: hanno disturbi psichiatrici senza diagnosi
Sangermano sottolinea l’impegno in questa direzione con l’apertura di tre nuove comunità a Milano ma anche a Roma e a Salerno. La ricetta è quella di ripristinare il Beccaria, potenziare il trattamento, motivare la polizia penitenziaria e fornire un comando efficace che riprenda il controllo dell’istituto. Nella struttura, un tempo modello, sono arrivati un nuovo comandante della polizia penitenziaria e altri 7 sottufficiali fra ispettori e sovrintendenti. Un avvicendamento deciso da tempo, che però cade in un momento di corto circuito della struttura.
Il cappellano: situazione devastante, la risposta è la comunità
Don Carlo Burgio, cappellano del Beccaria, descrive il disagio psicologico di questi minori non accompagnati che arrivano in carcere con i sogni migratori “spezzati”. “Sono protagonisti di furti e rapine – racconta – e fanno un consumo esponenziale di sostanze stupefacenti. Una situazione devastante. Arrivano in crisi di astinenza e talvolta non bastano educatori e calmanti per placare la sofferenza psichica per un sogno sfumato. Basta una scintilla e si scatenano reazioni a catena fino all’evasione”.
L’ultimo caso in ordine di tempo è l’evasione di due detenuti di origine marocchina di 16 e 17 anni, fuggiti in pieno giorno. Uno dei due sarebbe il fomentatore della rivolta di sabato con materassi dati alle fiamme.