Antonella Lopez uccisa per sbaglio: ha confessato il killer di Molfetta. Il video della sparatoria
La sparatoria di Molfetta aveva come bersaglio Eugenio Palermiti, nipote omonimo del capoclan del quartiere Japigia di Bari. Ma i colpi che Michele Lavopa, detto Tupac, 21 anni, ha sparato la notte tra sabato e domenica nella discoteca ‘Bahia’ di Molfetta (Bari) hanno finito per uccidere Antonia Lopez, 19 anni, detta Antonella, vittima innocente di un risentimento che durava da tempo.
Tutto sarebbe infatti cominciato sei anni fa quando Lavopa sarebbe stato vittima di un pestaggio da parte del gruppo di Palermiti. Lo hanno riferito gli inquirenti della Direzione distrettuale antimafia Francesco Giannella e il pm titolare dell’indagine Federico Perrone Capano, durante un incontro con la stampa, oggi, in Procura. Il video dell’aggressione “era stato pubblicato sui social network o era girato all’interno delle chat”, ha spiegato il secondo. Questo episodio avrebbe avuto un effetto dirompente sul giovane.
La sparatoria di Molfetta e il precedente del pestaggio di 6 anni fa
Lo ha spiegato il giovane agli inquirenti durante l’interrogatorio di ieri sera cui è seguito il provvedimento restrittivo per l’omicidio della giovane vittima e per il tentato omicidio di altre quattro persone. Queste ultime sono rimaste ferite in maniera non grave compreso appunto Palermiti, 20 anni, appartenente a una famiglia molto nota negli ambienti criminali e nipote omonimo del boss Eugenio, coinvolto quest’ultimo in diverse inchieste e operazioni della Dda e attualmente detenuto in carcere. “‘Dopo questo fatto, sono cambiato'”, hanno detto i magistrati riferendo le parole di Lavopa. All’epoca del presunto pestaggio aveva circa 16 anni. Il fatto sarebbe accaduto vicino al Fortino sul lungomare di Bari. “C’era stato dunque il precedente risalente nel tempo di cui il fermato era stato vittima”, ha spiegato Perrone Capano.
La tragedia si è consumata nel giro di pochi minuti, intorno alle 2.30 della notte tra sabato e domenica. Lavopa, che si faceva chiamare Tupac, era arrivato al ‘Bahia’ circa un’ora prima insieme alla fidanzata e ad alcuni amici. Con sé aveva una pistola calibro 7,65 “per difendersi da eventuali aggressioni, come spesso accade oramai nei locali notturni baresi”, ha spiegato ai carabinieri.
“Quasi tutti i protagonisti sono poco più che ventenni”
“Noi mappiamo questi episodi da almeno due anni, non c’è stata una denuncia di un esercente. Questo vuol dire che gli esercenti non ritengono di essere danneggiati da questo tipo di reato, né per l’immagine né per alcun tipo di conseguenza, ad esempio patrimoniale. Noi questi fatti noi li scopriamo soltanto attraverso un monitoraggio dei social network perché i video che girano sui social network non arrivano alle forze dell’ordine. Siamo costretti a cercarli per capire questi fenomeni”. Lo ha detto il pubblico ministero della Direzione distrettuale antimafia di Bari Federico Perrone Capano, che stamane ha incontrato la stampa unitamente al procuratore aggiunto e coordinatore della Dda Francesco Giannella, parlando della sparatoria che ha visto la morte della 19enne Antonella Lopez, avvenuto nella notte tra sabato e domenica nel lido discoteca Bahia Beach di Molfetta.
“Un altro aspetto inquietante già evidenziato dal procuratore – ha aggiunto – i giovani rampolli di queste casate criminali ormai hanno individuato la discoteca come il luogo in cui passare la serata e, in qualche maniera, dare dimostrazioni di forza. Tutti i soggetti coinvolti in questi episodi che stiamo cercando di mappare sono le ultime generazioni di quelle famiglie. Un ultimo aspetto che mi ha un po’ inquietato ieri e che stamattina mi ha suscitato una riflessione a mente fredda – ha concluso Perrone Capano – è il fatto che ieri abbiamo ascoltato sostanzialmente dei bambini: quasi tutti gli attori di questa vicenda sono poco più dei ventenni”.