Antisemitismo, i “partigiani di Hamas” alzano il tiro: “Non rinunceremo alla manifestazione per il 7 ottobre”
Ennesima giornata di manifestazioni pro Palestina e contro Israele in diverse città d’Italia. A Roma una Sapienza blindata ha accolto un corteo aperto dallo striscione “Ieri partigiani, oggi antisionisti e antifascisti. Con la resistenza palestinese”, al quale secondo le forze dell’ordine hanno partecipato circa 600 persone. I manifestanti hanno urlato slogan contro la Nato, l’Ue, Israele e il governo italiano. E hanno anche chiarito che “noi non crediamo alla soluzione due popoli, due Stati“. A loro avviso “Israele e la comunità internazionale se ne sono serviti per continuare a espandersi”. Non è chiaro quale sia la soluzione di lungo termine che prospettano, mentre lo è il fatto che sono intenzionati a mantenere la convocazione per la manifestazione del 5 ottobre, che di fatto si connota come una celebrazione dei massacri compiuti da Hamas il 7 ottobre dello scorso anno.
I pro Palestina insistono sulla manifestazione che celebra i massacri del 7 ottobre
“Il 7 ottobre 2023 è la data di una rivoluzione”, si legge sulla pagina Instagram giovanipalestinesi.it nel post di lancio della manifestazione. “Dopo un anno il valore dell’operazione della resistenza palestinese e della battaglia del ‘Diluvio di Al Aqsa’ è chiaro a tutto il mondo”, si legge ancora nel post di chiamata alla manifestazione che ha suscitato allarme, tanto che il Viminale ha fatto sapere di valutare la possibilità di vietare l’iniziativa. “Noi non rinunceremo a quella data. Non si sogni questo governo di vietare questa manifestazione”, hanno detto gli organizzatori del corteo pro Palestina di oggi.
Bergamini: “Una sfida alle istituzioni molto grave”
“È molto grave la sfida alle istituzioni che sta arrivando dalla manifestazione Pro-Palestina in corso a Roma. È molto grave la lista di proscrizione del cosiddetto ‘Nuovo partito comunista italiano’, che indica ‘agenti sionisti’ rendendoli potenziali bersagli di odio”, ha commentato vicesegretario nazionale di Forza Italia e responsabile Esteri del partito azzurro, Deborah Bergamini. “Non c’è nessuna libertà di espressione e di mobilitazione in tutto questo. Intorno alla crisi Medio Orientale si stanno formando grumi eversivi che tutto il quadro politico, nessun partito escluso – ha concluso – deve contrastare”.
Il controverso comunicato dell’Anpi su Israele
La conferma della manifestazione che celebra il 7 ottobre arriva nel pieno delle polemiche suscitate da un comunicato dell’Anpi che, commentando i casi di esplosione dei cercapersone e dei walkie talkie in Libano, ha parlato di “esecrabile atto di terrorismo”, invitando la comunità internazionale a prendere le distanze dal governo Netanyahu e l’Ue a “comminare sanzioni ai ministri israeliani”. “L’Anpi ha svenduto i valori della resistenza ai terroristi islamici”, ha commentato il vicepresidente dell’associazione ebraica europea, Riccardo Pacifici, in un’intervista al Tempo.
Kelany: “A sinistra gravissima deriva antisemita. Perché Schlein non prende le distanze?”
“L’Anpi, dopo aver tentato a gennaio di organizzare una manifestazione pro Pal proprio nel giorno della memoria dedicato al ricordo della Shoah, oggi torna ad accusare Israele di terrorismo. Contenuti inaccettabili e di odio nei confronti di Israele e del popolo ebraico, sulle quali continua il silenzio assordante del Partito Democratico”, ha detto la parlamentare e responsabile immigrazione di FdI Sara Kelany. “La gravissima deriva antisemita del multiforme universo della sinistra monta sempre più, dalle liste di proscrizione del nuovo partito comunista alle provocazioni dell’Anpi”, ha aggiunto Kelany, chiedendo “quando sentiremo Elly Schlein e il suo partito prendere le distanze da questi deliri che stanno portando in seno alle comunità ebraiche italiane un senso di insicurezza e di disagio nel vivere la propria religione, nelle scuole, nelle università e nei luoghi di culto?”.