Melènchon ricatta Macron: “Disposti a rinunciare ai ministri se nomina Castets”. La Francia nel caos

24 Ago 2024 17:18 - di Giulio Fioretti
Melenchon

Melènchon esce dall’angolo e ricatta Emanuel Macron. Il leader comunista de La France Insoumise si dice disponibile ad entrare nel nuovo governo, rinunciando a qualsiasi ministero, purché il nemico di sempre che è all’Eliso nomini come presidente del Consiglio Lucia Castets.

Le parole di Melènchon

Aprendo la porta al “sostegno senza partecipazione” della LFI a un possibile governo guidato da Lucie Castets, Jean-Luc Mélenchon riecheggia un importante precedente storico.  Nel maggio 1936, il Fronte Popolare, alleanza della SFIO di sinistra di Léon Blum, dei comunisti di Maurice Thorez e del Partito Radicale di Edouard Herriot, vinse le elezioni legislative. Se è solidale con il governo Blum, il Partito comunista opta per il “sostegno senza partecipazione” e conserva la propria autonomia d’azione.

“Il pretesto per la presenza dei ministri di LFI non esiste più. Aspettiamo ora la risposta di tutti coloro che pensavano di aver trovato il modo di respingere in blocco la PFN “, ha detto il leader de La France Insoumise.

Gli ambientalisti e i comunisti: “Ora Macron non ha più alibi”

La dichiarazione di Jean-Luc Mélenchon mette il campo Macron di fronte alle sue responsabilità. Gli ambientalisti attendono con impazienza la risposta dei leader dei partiti Rinascimento, Orizzonti e MoDem, ha commentato la capo degli ambientalisti, Marine Tondelier.

Il Presidente della Repubblica e i suoi sostenitori si trovano quindi di fronte alle loro responsabilità. Devono impegnarsi pubblicamente a lasciare governare Lucie Castets e il PFN senza sollevare la minaccia della censura“, ha osservato su X anche il capo dei comunisti, Fabien Roussel.

Fino ad oggi, tutti i leader del PFN, compresa Lucie Castets, avevano pubblicamente rifiutato l’idea di un governo senza ministri proveniente dalle fila di La France insoumise.

La solitudine dell’Eliseo

La mossa di Melènchon dimostra abilità politica e capovolge i piani e i desiderata di Emanuel Macron. Che voleva formare un governo escludendo proprio LFI, a guida moderata, contando sulle divisioni della sinistra e su una spaccatura che al momento non c’è. E se l’alibi presidenziale era quello di non avere ministri di LFI, Melènchon lo ha anticipato. Dimostrando di essere più bravo, anche se il compito non era arduo.

 

 

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