L’intervista. Gasparri sul no di Dybala agli arabi: “Una scelta di cuore contro il calcio modello Dazn”

23 Ago 2024 17:57 - di Valter Delle Donne
Dybala, Gasparri

“Quando ho letto che Dybala restava alla Roma ho pensato alle solite fake news che circolano sul web. Quando ho avuto conferma da una persona della società, sono stato molto contento, per noi tifosi è un gesto bello”. Maurizio Gasparri coglie l’occasione al telefono per divagare dai temi tradizionali dell’agenda politica per parlare da tifoso di calcio. O per meglio dire, da tifosissimo della Roma. Il presidente dei senatori di Forza Italia commenta con il Secolo d’Italia la scelta dell’attaccante argentino della Roma, Paulo Dybala, di restare nella Capitale rifiutando gli ingaggi faraonici offerti della squadra araba dell’Al-Qadsiah.

Senatore Gasparri, in questo calcio dove il professionismo prevale su tutto, quanto l’ha stupita la decisione di Dybala?
“Mi ha stupito e mi è piaciuta talmente tanto che secondo me la maglia numero 10 ora la merita a pieno titolo. Se è stato un suo gesto e una sua volontà, come pare, merita d’indossarla”.
Dybala merita d’indossare addirittura la maglia di Totti?
“Secondo me sì, ha dimostrato attaccamento, ha ridato entusiasmo alla tifoseria. E poi personalmente alle maglie come cimeli, neanche fosse il pennino di Garibaldi. Io a Dybala oggi la maglia la darei”.
Come aveva appreso della clamorosa rinuncia di Dybala alla faraonica offerta araba?
“Sono iscritto in una chat di fedelissimi giallorossi, molto eterogena. Va dal tifoso comune al rettore universitario, dal sottoscritto allo sceneggiatore Enrico Vanzina. Quando ho appreso la notizia ero incredulo. Ho pensato fosse difficile andasse a rinunciare a tutti quei soldi”.
Ci sono anche ricostruzioni meno romantiche, che Dybala abbia rinunciato in vista del prossimo anno.
“Chissene importa. Conta che ora resti qui. Se lo abbia condizionato la moglie Oriana o altra da tifoso non mi interessa. Lui ha dimostrato un attaccamento che mi ha piacevolmente sorpreso. In fondo sta qui solo da due anni, non è Totti, De Rossi o Bruno Conti. Non era tenuto a rimanere. Invece ha prevalso il cuore latino”.
A molti tifosi romanisti tornano in mente le lacrime dopo la finale di Europa League persa a Budapest. Quindi erano lacrime sincere…
“Non parliamo di lacrime, perché quella notte abbiamo pianto in tanti ed eravamo arrabbiati in tanti contro l’arbitro Taylor”.
Chi era il dirigente della Roma che le ha dato la conferma della permanenza dell’attaccante della Roma?
“Le posso dire chi non era: nessuno dei Friedkin, con i quali non ho rapporti”.
A proposito del calcio improntato al business, come reputa questo aumento dei prezzi degli abbonamenti per vedere le partite?
“Sulla condotta commerciale di Dazn ritengo che debbano intervenire Agcom e Antitrust. Prima ti acchiappano col prezzo di convenienza, poi ti massacrano, la trovo una vera e propria aggressione sulla pelle degli appassionati di calcio”.

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