Il piano del governo per svuotare le carceri: tossicodipendenti in comunità e stranieri espulsi

14 Ago 2024 14:54 - di Roberto Garritano
il piano Nordio

Il piano del ministro Nordio per svuotare la carceri è all’esame del governo. Il Guardasigilli, unitamente al sottosegretario Delmastro, a Mantovano e ai tecnici, stanno studiando le soluzioni da proporre per affrontare l’emergenza degli istituti di pena in overbooking.

Sessantamila detenuti, un quarto in attesa di giudizio

Tra i sessantamila detenuti ce ne sono 15mila in attesa di giudizio, cioè senza alcuna condanna. Escludendo chi ha commesso omicidi e chi è detenuto per motivi di associazione mafiosa, è chiaro che una riforma della custodia cautelare comporterebbe già una diminuzione delle presenze e, insieme ad essa, la possibilità di pene alternative( domiciliari, affidamento in prova ai servizi sociali) per reati bianchi.

Il piano Nordio

Il piano del ministro della giustizia prevede la possibilità di mandare in comunità tante persone tutt’ora in carcere per reati di droga commessi proprio perché consumatori. In sostanza, quelli che hanno spacciato per potersi comprare la roba. Parallelamente c’è la questione dei tanti cittadini extracomunitari(quasi il 40%) presenti negli istituti di pena. Al netto di quelli che sarebbero condannati a morte nei loro Paesi e per i quali ovviamente non è possibile l’espatrio, per tutti gli altri l’espulsione e la decisione di fare scontare loro la pena nei Paesi di origine è un’opzione concreta. Chi obietta che un trasferimento costerebbe tanto dimentica che individualmente ogni detenuto straniero costa allo Stato almeno 50-60 mila euro annui.

La custodia cautelare

Ritornando alla carcerazione preventiva e fermo restando che per presunti mafiosi, assassini e stupratori rimarrà tale, c’è da affrontare quella complessiva. Per i reati bianchi oltre all’applicazione dei domiciliari si potrebbe agire con le interdizioni e le sospensioni temporanee dalle funzioni, senza carcere. Il che non significa impunità, perché comunque queste persone dovranno affrontare dei processi.

La reiterazione del reato

La custodia cautelare, com’è noto, viene giustificata dal nostro codice di procedura penale in presenza di almeno uno dei tre pericoli: inquinamento delle prove, fuga o reiterazione del reato. Spesso le inchieste sono datate e il pericolo di inquinamento non esiste. Per la fuga basta sospendere il passaporto. Rimane la reiterazione del reato, argomento che il governo sta approfondendo e che spesso, secondo diverse pronunce della Cassazione, è abusato.

 

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