Il Caso Seung dimostra che è tempo di cambiare il codice penale e di avviare una riforma culturale

22 Ago 2024 11:11 - di Alfredo Antoniozzi*
caso Seung

Nei giorni scorsi il Secolo d’Italia ha parlato in anteprima del caso Seung, dando la notizia dell’ammissione di colpevolezza da parte del giovane italo-americano, accusato di avere ucciso la psichiatra Barbara Capovani nell’aprile del 2023. Tale ammissione è avvenuta nel corso del supplemento di perizia chiesta dalla Corte di assise di Pisa dove è in corso il processo.

Il caso Seung e la perizia

Gli insigni periti che hanno esaminato Seung(Ferracuti e Ariatti come parte terza, due eccellenti professionisti) hanno concordato che il giovane non avesse sintomi psicotici. Che non ha un disturbo delirante, ma un insieme di disturbi di personalità(narcisistico, antisociale e paranoide). Eppure, il signor Seung continua a fare esternazioni strane, parla di Putin e di Messina Denaro .

Giustamente il consulente della Procura lo ha dipinto come una sorta di barone di Munchausen, il famoso nobile tedesco che si vantava di miraboliche imprese inesistenti. Ho sempre ritenuto che Seung non fosse “matto” ma uno psicopatico puro, una categoria che include le personalità che non hanno empatia, che uccidono a piacimento e che riguarda molti serial killer.

Chiaramente non ho alcun intento vessatorio nei confronti di questo giovane, che deve essere giudicato secondo la Costituzione e punito con una umanizzazione che vale per tutti i detenuti.

Peraltro, grandissimi psichiatri come Giuseppe Nicolò, curatore del nuovo Dsm, o Donatella Marazziti, Balbi, Bondi, Giuli, Ciliberti, Di Michele, Ceru (gente estranea alla politica e del tutto indipendente da essa di cui ovviamente non conosco gli orientamenti e ne mi interessano) per citarne solo alcuni, mi hanno riferito che avere un disturbo psichiatrico non significa affatto essere “folli”. Non lo sono quanti hanno un disturbo di personalità, i bipolari, e nemmeno quelli che hanno pure brevi transizioni psicotiche. La cosiddetta follia sono gli stati schizofrenici e deliranti, le psicosi croniche.

La necessità di una riforma

In Commissione Giustizia dovrebbe essere presto discussa la mia proposta di legge di modifica degli artt. 88 e 89 del codice penale introducendo la discriminante psicotica. Ma è necessario lavorare tutti insieme per una serie di riforme fattive e culturali. Bisogna indubbiamente potenziare le Rems ma anche fare in modo che non si deleghi alla psichiatria il controllo sociale. Ci sono marginalità, dipendenze da droghe, antisocialità che riguardano la comunità e non la psichiatria. Ci sono certamente delitti commessi in condizione di alterazione mentale ma è giusto che si smetta con una delega culturale. Cosi come è giusto potenziare le Rems, dotarle di forze dell’ordine, farvi entrare chi ne ha diritto. Dobbiamo trovare insieme le risorse e non ridurre ogni cosa a un’eterna lotta tra destra e sinistra, concetto questo che non serve a niente. Su questo punto confido che i ministri Schillaci e Nordio, verso i quali nutro grande fiducia, ci diano le giuste risposte.

*Vicecapogruppo FdI Camera dei Deputati

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