Geopolitica e sviluppo tecnologico: far fronte alla scarsità delle materie prime critiche
Il contesto geopolitico attuale, segnato da eventi come la pandemia e le crisi energetiche, hanno messo in luce le vulnerabilità dell’Unione europea, particolarmente in relazione alla dipendenza dalle materie prime critiche importate da Paesi terzi. Settori strategici come le energie rinnovabili, i semiconduttori, la produzione di acciaio, la mobilità elettrica, la produzione di batterie e i medicinali critici, nonché alcune tecnologie per la difesa, sono esposti a rischi considerevoli.
La battaglia geopolitica intorno alle materie prime critiche
Più recentemente, la crescente tensione tra Stati Uniti e Cina ha condotto entrambe le Nazioni a intraprendere azioni per ridisegnare le catene del valore e assicurare un approvvigionamento sicuro. Gli Stati Uniti hanno imposto dazi su veicoli elettrici, semiconduttori, medicinali e batterie provenienti dalla Cina, mentre la Commissione Europea ha minacciato di fare altrettanto con le importazioni di veicoli elettrici cinesi. Tali misure mirano a garantire la sicurezza e la stabilità delle catene di approvvigionamento dell’Ue, fondamentali per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 e per proseguire le transizioni verde e digitale.
La preoccupante dipendenza dell’Ue
La dipendenza dell’Ue da Paesi come la Cina per materie prime cruciali è preoccupante. Ad esempio, la Cina detiene una posizione dominante nella produzione e raffinazione di gallio, germanio e grafite, essenziali per la produzione di semiconduttori e altri componenti tecnologici critici. Le recenti restrizioni cinesi all’esportazione di questi materiali dimostrano quanto l’Europa sia vulnerabile. L’anno scorso, la Cina ha limitato le esportazioni di germanio e gallio (dal primo agosto 2023) e di grafite (dal primo dicembre 2023), colpendo produttori che dipendono da questi materiali per la transizione digitale e verde.
L’Europa corre ai ripari con il Crm Act
Per affrontare queste sfide, l’Unione europea ha adottato l’11 aprile 2024 il Regolamento (Ue) 2024/1252, noto come Crm Act, che stabilisce un quadro comune per garantire un approvvigionamento sicuro e sostenibile di materie prime critiche. Il regolamento prevede la diversificazione delle fonti di approvvigionamento, la mappatura delle risorse, lo stress test delle catene del valore e l’accelerazione dei progetti strategici di estrazione, raffinazione e riciclo.
I passi dell’Italia per rafforzare le catene di approvvigionamento
In Italia, il Decreto legge in esame alla Camera, intende attuale il predetto Regolamento, al fine di rafforzare la resilienza delle catene di approvvigionamento di materie prime critiche. Tra le misure previste, vi è l’istituzione di una governance congiunta tra il ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit) e il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (Mase), che risponderà alle crisi di approvvigionamento analogamente al Comitato tecnico di emergenza e monitoraggio del sistema del gas. Inoltre, si propone la semplificazione delle procedure amministrative per i progetti strategici, dichiarati tali dalla Commissione europea, e la creazione di un meccanismo di raccolta dati e monitoraggio delle catene di approvvigionamento.
Perché il Decreto legge in discussione alla Camera è un passo cruciale per noi e per l’Ue
Sostanzialmente il Decreto legge, in attuazione della strategia europea sulle materie prime critiche strategiche, opera in una duplice direzione: da un lato stimola e favorisce i progetti di ricerca ed estrazione delle materie prime critiche in ciascuno Stato membro, centralizzando presso il ministero dell’Ambiente le attività di autorizzazione, riducendo e semplificando le procedure. Dall’altro, in un ottica di economia circolare, di cui l’Italia è capofila a livello europeo, il provvedimento mira a centrare target sfidanti di recupero di materie prime critiche strategiche da prodotti di cui cittadini e imprese si sono disfatti (come i rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche, i Raee). In sintesi, il Decreto legge in esame rappresenta un passo cruciale per l’Italia e l’Unione europea nel garantire un approvvigionamento sicuro e sostenibile di materie prime critiche, affrontando le sfide geopolitiche e promuovendo un ecosistema industriale resiliente e innovativo.