Alcide De Gasperi, l’uomo che sconfisse il pericolo comunista: settant’anni fa la morte
Settant’anni fa moriva Alcide De Gasperi, l’uomo che sconfisse i comunisti e regalò all’Italia la democrazia compiuta dopo gli anni terribili della guerra. Per molti un santo, per tanti un visionario, espressione di un fronte cattolico che, dopo il primo periodo di coabitazione con socialisti e comunisti, seppe rompere e andare alle elezioni del 1948 sconfiggendo una coalizione che era legatissima a Mosca e che avrebbe potuto, in caso di vittoria, portare l’Italia verso posizioni vicine alla cortina di ferro.
“Parlava con Dio mentre Andreotti parlava con il prete”
Su De Gasperi Indro Montanelli coniò una frase meravigliosa: “Quando va in chiesa lui parla con Dio e Andreotti parla con il prete”, ironizzando sul pragmatismo del suo giovane sottosegretario alla presidenza e sulla aureola del politico trentino. Presidente del Consiglio per sette anni e mezzo, dal dicembre del 1945 alla primavera del 53, De Gasperi era un uomo mite, sobrio, spartano. La leggenda vuole che, allorquando si recò in America per chiedere aiuti per l’Italia, dovette prestarsi un cappotto perché quello che aveva era sufficientemente vecchio.7
Alcide De Gasperi e la battaglia del 1948
Alle elezioni del 1948 Alcide De Gasperi giunse riuscendo a spaccare la sinistra. Fu Saragat, con la scissione di Palazzo Barberini, a rompere il fronte social-comunista fondando il Psdi. Furono elezioni epiche, per l’impegno in prima fila della Chiesa italiana, tutta schierata a combattere il pericolo comunista.
De Gasperi riuscì a guidare la DC a uno storico successo, ottenendo il 48% dei consensi (il risultato più alto che qualsiasi partito abbia mai raggiunto in Italia).
Su quelle elezioni pesarono indubbiamente una serie di cose determinanti: l’invasione della Cecoslovacchia da parte del Cremlino, che spaventò fortemente l’elettorato moderato, la minaccia degli Stati Uniti di escludere l’Italia dal novero dei Paesi inseriti nel Piano Marshall in caso di vittoria di Togliatti e Nenni e soprattutto l’interventismo della Chiesa che, dal Vaticano alle parrocchie, organizzò una macchina di fuoco sul territorio, per far vincere la Dc e i suoi alleati.
Gli anni di governo e le prime fronde democristiane
De Gasperi fu l’unico statista a governare per l’intera legislatura 1948-53(eguagliato da Berlusconi il 2001 con un rimpasto) ma all’interno della Democrazia Cristiana si formarono già le prime fronde. Emergeva, da Giulio Andreotti a Fanfani a Piccioni(che sarebbe stato il suo vero erede senza lo scandalo che colpì il figlio) una classe dirigente che mostrava una voglia di emergere. La malattia lo costrinse il 53 a lasciare la guida del governo, morendo un anno dopo a 73 anni.
Servo di Dio in attesa di beatificazione
Nel 1993 De Gasperi è stato proclamato dalla Chiesa , servo di Dio ed è in corso la sua causa di beatificazione, cosi come per Giorgio La Pira, l’altro grande santo della politica italiana, per tanti anni sindaco di Firenze.
Il ricordo di Mattarella
La Russa: “Grandissimo uomo di Stato”
“A settant’anni dalla sua scomparsa, ricordiamo con gratitudine la figura di Alcide De Gasperi, protagonista indiscusso della storia italiana ed europea del dopoguerra, che ha guidato con capacità e grande visione la nostra Nazione negli anni post-bellici, contribuendo in modo significativo a costruire le fondamenta dell’Italia. Unanimemente riconosciuto come il padre della Repubblica, tra i fondatori della Democrazia Cristiana, De Gasperi è giustamente ricordato ancora oggi come un importante statista, un grandissimo mediatore e un pioniere dell’Unione europea”. Così sui social il presidente del Senato, Ignazio LA Russa.