Trump, Cruciani: “A forza di mostrificare l’avversario, potrebbe succedere anche a Meloni”
“Quando evochi il fascismo, cosa si fa? Si cerca di abbattere l’uomo nero. Per questo non mi sorprenderei se qualcuno cercasse di avvicinare un premier identificato come autoritario e come fascista per farlo fuori”. Senza mezzi termini e lasciando di stucco l’amico e conduttore Nicola Porro, Giuseppe Cruciani non esclude, in linea di principio, che quanto accaduto a Donald Trump dal palco della Pensylvania possa capitare anche a Giorgia Meloni.
Cruciani: Trump? Potrebbe accadere anche a Meloni
Un attentato alla premier italiana? “Sarebbe la naturale conseguenza di questa campagna assurda in cui si presenta il governo italiano come un esecutivo di nazisti e di fascisti”. Per il conduttore de La Zanzara l’ossessiva opera di demonizzazione dell’avversario cattivo e pericoloso potrebbe portare a un’escalation di violenza incontrollabile. “Questo non vuol dire che debba per forza accadere, certo. Ma una possibilità c’è: perché quando ti adoperi in una certa “mostrificazione” dell’avversario, quando non fai altro che considerarlo un fascista, razzista, quasi un usurpatore del potere, alla fine può darsi che il matto di turno lo trovi. Proprio come è successo a Donald Trump” Poi la conclusione choc: “Non mi stupirei se nei prossimi mesi accadesse anche a Giorgia Meloni” dice Cruciani ospite da Porro al “Tavolo per due” a Quarta Repubblica.
Colpa della mostrificazione dell’avversario bollato come fascista
Una tesi forte ma, purtroppo, plausibile. “Siccome una parte dell’establishment di sinistra, progressista, buonista e antifascista ha gridato all’autoritarismo, ai fascisti, qualcuno addirittura ha utilizzato la parola nazista”, non c’è da sorprendersi se poi uno fa come Thomas Mattew Crooks, prende una pistola e cerca di accoppare il premier italiano.
Porro ricorda la tesi dei grandi giornali: Trump se l’è cercata
“La mostrificazione dell’avversario – aggiunge Cruciani – come accaduto con Trump e come accade alla Meloni o a Berlusconi, porta inevitabilmente a questo”. Il conduttore de La Zanzara, provocatorio come da copione, parla in generale di un clima. Porro in diretta è visibilmente sorpreso. Ma la tesi dei grandi intellettuali sull’attentato all’ex presidente Usa va in questa direzione. Gratta gratta sostengono che, ttto sommato, se l’è cercata. Il leader tycoon sarebbe stato in fondo vittima della violenza che lui stesso, con le sue politiche e le sue espressioni, ha portato in campagna elettorale. “Una parte del pensiero ribalta il ragionamento di Cruciani – dice Porro – affermando che è Trump ad aver alzato i toni e dunque è normale che questo avvenisse”.