Stellantis vende Comau, un altro gioiello italiano: Urso valuta l’uso della Golden power

25 Lug 2024 19:51 - di Redazione
Stellantis

Stellantis continua a vendere pezzi di gioielli italiani e stavolta il governo minaccia l’uso della golden power, la misura che consente di salvaguardare i beni ritenuti di priorità nazionale. L’ultima mossa degli eredi di Giovanni Agnelli è arrivata proprio oggi, con la cessione delle quote di maggioranza di Comau, una chicca italiana del settore automobilistico, al fondo straniero One Equity Partners.

Stellantis e le dismissioni in Italia

Secondo quanto trapelato nelle scorse ore, Stellantis ha informato le organizzazioni sindacali di aver firmato un accordo preliminare, la cui operazione si completerà quando arriveranno le necessarie autorizzazioni pubbliche, presumibilmente a fine anno, con la private equity One Equity Partners per la cessione del 50,1% di Comau. Il Gruppo ha quindi riferito di aver l’intenzione di conservare una quota di minoranza almeno per i primi anni. La notizia ha subito mandato in fibrillazione il mondo sindacale in riferimento a possibili rischi sui posti di lavoro.

L’intervento di Urso

Il ministero delle Imprese e del Made in Italy sta valutando l’eventuale applicabilità della disciplina della “Golden power” sulla vicenda Comau. Lo ha comunicato lo stesso Mimit in una nota, entrando così nel merito delle prospettate mosse del gruppo industriale guidato da Carlos Tavares, reduce da un semestre nero con ricavi scesi del 14% e con un utile crollato del 48%.

Cos’è la golden power

La “Golden power” è uno strumento normativo che permette al governo di un Paese sovrano di bloccare o apporre particolari condizioni a specifiche operazioni finanziarie che ricadano sull’interesse nazionale. Quando fu introdotta la golden share in Italia, i primi settori a essere identificati come strategici furono quelli della difesa, dei trasporti, delle telecomunicazioni, delle fonti di energia e degli altri servizi pubblici.

Il titolo crollo in Borsa

Stellantis ha chiuso con un meno 8,7% una giornata convulsa. I conti del gruppo automobilistico nato dalle continue fusioni della vecchia Fiat non vanno bene. E di quella Fiat non è rimasto niente.

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