Omicidio Cerciello, sconto di pena per Elder e Hjort. Il legale della vedova: “Noi interessati alla responsabilità”

3 Lug 2024 19:40 - di Natalia Delfino
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La Corte di Assise di Appello di Roma ha condannato a 15 anni e due mesi Finnegan Lee Elder e a 11 anni e quattro mesi Gabriel Natale Hjorth i due americani accusati dell’omicidio del vicebrigadiere dei carabinieri, Mario Cerciello Rega, ucciso a coltellate a Roma nel luglio del 2019. La Procura generale di Roma, nel processo d’Appello Bis dopo il rinvio dalla Cassazione, aveva sollecitato una condanna a 23 anni e nove mesi per Elder e a 23 anni per Hjorth. In primo grado i due studenti americani erano stati condannati all’ergastolo, in Appello a 24 e 22 anni. In aula alla lettura della sentenza erano presenti i due americani e Rosa Maria Esilio, vedova del vicebrigadiere dei carabinieri ucciso.

Il legale della vedova: “Una sentenza generosa, ma a noi interessava la responsabilità di entrambi”

“Certamente rispetto alla gravità del fatto è una sentenza indubbiamente generosa, ma noi non eravamo interessati alla entità della condanna. Eravamo interessati al fatto che venisse riconosciuta la responsabilità di entrambi”, ha commentato l’avvocato Franco Coppi, legale della vedova di Mario Cerciello Rega, sottolineando che “la Corte ha riconosciuto la responsabilità sia dell’uno che dell’altro, anche se per Natale con un titolo di reato diverso”. “A noi, come parte civile, non interessa una aggravante o una attenuante, ma l’affermazione della responsabilità. Per Elder era stata già definita dalla Cassazione”, ha concluso Coppi.

L’avvocato di Hjort: “Aspettiamo le motivazioni, faremo ricorso”

“Si tratta di un ridimensionamento assai importante in termini di pena, dimezzata”, ha commentato l’avvocato Francesco Petrelli, difensore di Gabriel Natale Hjorth, sottolineando che “c’è stato un ridimensionamento soprattutto sotto il profilo della responsabilità perché il riconoscimento del concorso anomalo significa sostanzialmente passare dal dolo alla colpa”. “Al ragazzo si muove solo un rimprovero per non avere previsto quello che sarebbe potuto accadere e degenerare in un modo così drammatico. Leggeremo le motivazione ma sicuramente ricorreremo in Cassazione”, ha aggiunto l’avvocato.

La difesa di Elder: “Si rende conto che meritava una pena”

L’avvocato Renato Borzone, legale di Elder, ha poi riferito che il suo assistito “dopo la sentenza mi ha detto che era terribilmente stressato, ma si rende conto che una pena la meritava e che la sentenza è più giusta delle precedenti”. Il penalista, dopo aver ribadito che Elder non aveva capito di avere di fronte agenti della forza pubblica, ha aggiunto che “è chiaro che Finnegan dovrà trascorrere ancora tempo in galera, e questo con le sue caratteristiche sarà una sofferenza, ma ci rendiamo conto della grande sofferenza della famiglia. Questa è l’occasione per esprimere ancora una volta dolore e dispiacere a nome della famiglia Elder. Mentre in primo grado dissi che quella sentenza era una vergogna per l’Italia io credo che questa di oggi sia un onore per l’Italia, senza sacrificare il dolore che proviamo per la morte del vicebrigadiere Cerciello”.

Il padre di Elder: “Non dimentichiamo la tragedia della morte di una persona”

Ethan Elder, padre di Finnegan, ha spiegato che “non c’è stato giorno in questi cinque anni di carcere che non abbiamo pensato a quello che è successo. Non bisogna dimenticare che questo processo è collegato alla tragedia della morte di una persona, al lutto della sua famiglia e anche di tutti noi”. “Mio figlio, fin dal primo momento, ha dichiarato che non aveva capito che erano carabinieri e di aver reagito ad un tentativo di bloccaggio. Ma non riusciva a darsi pace perché nessuno gli credeva. Mi auguro che, pur pagando per l’errore commesso, si apra per lui – ha concluso – anche una speranza di vita per il futuro”.

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