Messina Denaro si curava a Roma all’ospedale Ifo. L’intercettazione del 2018: noi più potenti del ministro della Sanità
Matteo Messina Denaro, durante la latitanza, ha soggiornato a Roma per seguire una terapia all’Ifo, ospedale specializzato in patologie oncologiche. Dalle carte dell’operazione “Assedio” – condotta dal Centro Dia di Roma e coordinata dalla procura della Capitale, guidata da Francesco Lo Voi – emergono anche le clamorose tracce della latitanza anche romana del boss castelvetranese, in fuga per oltre 30 anni, arrestato il 16 gennaio 2023 e morto in carcere nel settembre scorso per un male incurabile
In carcere, una settimana fa, tra gli altri sono finiti in carcere Vincenzo Senese, figlio del boss Michele Senese – “O pazz” – storico capo della banda della Magliana e Antonio Nicoletti, figlio di Enrico, il cassiere della banda della Magliana (deceduto nel 2020). Proprio attraverso una intercettazione telefonica viene fuori il dato sull’ex latitante mafioso. E una parte di questi atti all’epoca furono trasmessi dalla procura di Roma a quella di Palermo.
La copertura degli ex della banda della Magliana
Secondo l’ipotesi del centro operativo della Dia di Roma, che dal 2018 indagava sugli intrecci tra la criminalità organizzata e l’imprenditoria romana, Matteo Messina Denaro, nel suo soggiorno romano venne assistito dal figlio di Enrico Nicoletti, ex cassiere della banda della Magliana. Proprio in alcune intercettazioni ambientali lo stesso Antonio Nicoletti racconta la circostanza ad alcune persone presenti, tra cui un ex calciatore. Nicoletti junior in una intercettazione ambientale di una conversazione tra più interlocutori captata a luglio del 2018 dagli investigatori del centro operativo della Dia di Roma diceva: “Oh, ma ti ricordi quel giorno con chi mi sono incontrato io? .. Ma te lo ricordi o no?.. con quello là.. Io mi ci sono incontrato… proprio con lui personalmente. Oh, dentro ad un ospedale sei mesi fa..”. Antonio Nicoletti, in quella circostanza si offrì di mediare con la società Trapani Calcio, per far ottenere all’amico calciatore un posto da allenatore. Massimo invece, l’altro figlio dell’ex cassiere della banda della Magliana Enrico, definisce il fratello Antonio che si era interessato a una vicenda sanitaria “più potente del Ministro della sanità”.
In un altro dialogo intercettato dai ‘trojan‘ della Dia, Nicoletti ribatte ai suoi interlocutori: “Devi parlare con me, ci vuoi andare a Trapani o no? … Perché io ti dico una cosa adesso. Non lo faccio ma per te lo faccio. Se ti interessa il Trapani io ti ci mando.… Trapani è provincia di? Il paese di coso…. è di Trapani? Di Matteo Messina?… .. Matteo Messina Denaro, sì”. Di fronte alla incredulità del suo interlocutore, Nicoletti confermava di avere un contatto diretto con Messina Denaro chiamando in causa Antonio G, presente nell’abitazione di Genzano in provincia di Roma, dove era in corso il summit, che confermò la circostanza, raccontando di essere stato presente all’incontro tra il boss latitante e Antonio Nicoletti.
Messina Denaro era anche a Roma: scoperto un altro covo a Mazara del Vallo
Proprio in queste ore è stato arrestato il proprietario del garage di Mazara del Vallo a disposizione di Matteo Messina Denaro durante la sua trentennale latitanza. La procura di Palermo, coordinata dal procuratore Maurizio de Lucia, ha disposto il fermo per favoreggiamento aggravato e procurata inosservanza della pena di Giuseppe Di Giorgi, 49 anni. A lui viene anche contestato il reato di detenzione di arma illegale. In casa gli investigatori hanno trovato una pistola e 50 proiettili. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti Di Giorgi avrebbe trasformato due garage del condominio di via Castelvetrano 45/c in una sorta di alcova dove si incontravano Messina Denaro e la sua amante Lorena Lanceri. Nel covo sono stati trovati molti documenti definiti interessanti dagli investigatori per continuare la caccia alla rete di favoreggiatori e all’archivio dell’ultimo dei corleonesi.