Mafia, il ricordo commosso di Arianna Meloni: “Iniziammo a fare politica dopo la morte di Borsellino”
“Giovanni Falcone e Paolo Borsellino sono l’esempio che muove la nostra lotta quotidiana. Oggi combattiamo anche per quell’esempio. Sotto quell’esempio bisogna andare a raccontare queste storie, bisogna trovare quello stesso coraggio quella stessa determinazione, quella stessa forza”. Così Arianna Meloni, responsabile della segreteria politica di Fratelli d’Italia parlando in occasione della terza edizione di “Parlate di mafia” che si svolge a Catania proprio alla vigilia della strage di via D’Amelio.
Arianna Meloni: Falcone e Borsellino la nostra bussola
“Bisogna combattere l’indifferenza – ha aggiunto – l’omertà, la paura. Noi stessi dobbiamo essere d’esempio. Dobbiamo portare questo esempio in ogni singolo angolo d’Italia ad ogni singola persona. Quando questo sentire sarà ovunque allora la criminalità, la mafia, non avrà davvero più niente di cui nutrirsi e finalmente scomparirà”. Poi ha ricordato i primi passi in politica, la scintilla della militanza a destra che, come per la sorella Giorgia oggi premier, avvenne nel 1992. “Abbiamo iniziato a fare politica nel 1992. Abbiamo iniziato con la strage di Via D’Amelio e, credetemi, io ricordo benissimo quell’estate. Io ricordo ancora i telegiornali”, dice commossa.
Il ricordo commosso dell’estate del 1992
“Eravamo io, mia sorella e mia madre a guardare quelle notizie, quelle notizie drammatiche. Prima la notizia della strage di Capaci”. Così la responsabile della segreteria politica di Fratelli d’Italia davanti alla platea catanese. “Ricordo la paura che avevamo in quelle settimane – prosegue – preoccupati per il giudice borsellino e poi un pugno al cuore è arrivata anche quella notizia”. Dall’estate 1992 all’attualità politica incentrata alla lotta contro la mafia e la criminalità organizzata.
Il nostro governo ha inasprito le pene
“Sull’esempio di Falcone e Borsellino il nostro governo ha inasprito le pene per certi crimini perché davanti a certi crimini bisogna marcire in galera. Abbiamo difeso il carcere ostativo. Un’intuizione del giudice Falcone che rischiava l’incostituzionalità ma invece è ancora uno strumento giuridico utile perché incentiva i mafiosi a collaborare con la giustizia. È collaborando con la giustizia che tanti colpi siamo riusciti ad infliggere alla mafia. E non dimentichiamo il grande lavoro della Commissione antimafia e i beni confiscati riconsegnati alla collettività”.