
La “fuffa” di Schlein la smemorata. Scopre le liste d’attesa 10 anni dopo i tagli della sinistra
Un’altra doppia morale alligna nel Pd. Dopo la figuraccia sull’adesione al condono “tanto odiato”, ora Elly Schlein straparla di liste d’attesa. A testa bassa attacca Meloni, parlando di “un provvedimento vuoto, un decreto fuffa: perché non si può pensare di abbattere le liste d’attesa senza aggiungere un euro a un sistema già sottofinanziato”. Ad attaccare l’esecutivo è la segretaria del Pd Elly Schlein, nel corso di una conferenza stampa al Senato sulla sanità.
Un’altra risata li seppellirà. Il Pd e Schlein attaccano il governo per non aver messo risorse sulla sanità pubblica. Mentendo e dimenticando i dieci anni di definanziamento della sanità pubblica consumatasi sotto governi partecipati dal Pd, non certo dal centrodestra. Pd e Cinquestelle strepitano a vuoto. Nel periodo 2013-2019 hanno fatto tagli sanguinosi. E pensare che sul punto sono stati “schiaffeggiati” non più tardi di un mese fa dalla Ragioneria Generale dello Stato. Che ha dimostrato come le risorse siano invece aumentate ( a partire dalla pandemia) dalla prima legge finanziaria del governo Meloni a fine 2022.
Pd faccia di bronzo sulle liste d’attesa: i tagli di 10 anni di centrosinistra
Dopo il drastico aumento nel 2020 dovuto all’insorgere della pandemia da Covid-19 e la successiva flessione dovuta alla previsione di una graduale uscita dallo stato di emergenza, la previsione del rapporto fra spesa sanitaria pubblica e Pil presenta “una crescita piuttosto regolare fra il 2030 e il 2050”, scrive la Ragioneria Generale. Prima bugia della sinistra. Ancora: i due importanti provvedimenti sulla Sanità approvati dal Consiglio dei Ministri intervengono non sono mai stati affrontati efficacemente nel precedentre decennio: ovvero l’abbattimento delle liste d’attesa e la cronica carenza di medici e personale sanitario. Domanda: con quale serietà il più grande partito d’opposizione nega l’evidnza, confidanfo nella disinformazione e nella manipolazione?
In principio fu Monti. La “fuffa di Elly”
L’esecutivo ha risposto in maniera puntuale e urgente alle criticità ai tagli dei precedenti governi. Per questo la sinistra perde le staffe. Giorgia Meloni, in poco più di un anno e mezzo di governo e a differenza di quelli passati, ha messo 12 miliardi in più di euro sulla sanità sono stati inseriti nella manovra 2023m arrivando a 136 miliardi: il più alto investimento mai previsto per la sanità pur in un momento critico per l’economia mondiale. La fuffa è solo di Elly Schlein. La memoria non è la dote di tutti questi signori che dovrebbero rispondere ad alcune domande: dov’erano quando il centrosinistra al governo tagliava i fondi alla Sanità? Basta fare una ricerchina e rivedere le cifre. Nel 2019 il Fondo sanitario nazionale ammontava a 115 miliardi di euro per viaggiare, negli anni del Covid, tra i 122 e i 127. Il governo Meloni è arrivato a 136 miliardi. Il problema, insomma, non sono i soldi di oggi, ma i tagli di ieri. Occorre un disegnino?
Tutti i governi di centrosinistra sforbiciarono
Rinfreschiamo la memoria alla smemorata Elly. Fu Mario Monti che nei due anni a capo del governo (2011-2013) diede inizio a una lunga stagione di tagli massicci alla sanità pubblica. Dopo il governo Monti sono stati proprio tre governi guidati dal Pd (Letta, Renzi, Gentiloni) a depauperare la sanità pubblica: con tagli lineari e promesse di fondi non versati. Tanto che la Fondazione Gimbe, che non è certo di centrodestra, ha calcolato in ben 37 miliardi i soldi sottratti al finanziamento della sanità tra il 2010 e il 2019. La gestione del Covid ha solo dato il colpo di grazia a un Sistema sanitario già in grave crisi di risorse: dal 2010 al 2020 sono stati chiusi 111 ospedali e 113 punti di Pronto Soccorso; tagliati 37mila posti letto e 29mila sanitari. Per il 2023 il governo Draghi previde un ulteriore taglio di 15 miliardi di euro. Serve altro per zittire le isterie della sinistra?