Ex Ilva, sì della Commissione Ue al prestito ponte da 320 milioni. E anche la Fiom riconosce il risultato

12 Lug 2024 17:27 - di Luciana Delli Colli
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Via libera della Commissione europea al prestito ponte da 320 milioni di euro per l’ex Ilva. Il ministero delle Imprese e del Made in Italy ha ricevuto la comfort letter di Bruxelles che esprime una valutazione positiva sui termini del prestito per Acciaierie d’Italia, in amministrazione straordinaria, che prevede un tasso di interesse annuo dell’11,6%. “Siamo sulla strada giusta, non credo che fosse facile soltanto immaginarla”, ha commentato il ministro Adolfo Urso. La notizia è stata accolta positivamente dai sindacati, compresa la Fiom.

Urso: “Notizia importante e significativa. Siamo sulla strada giusta”

“Questa conferma attesta la validità del piano industriale elaborato dalla gestione commissariale e la capacità dell’azienda di restituire la somma in tempi congrui e senza configurarsi come aiuto di Stato”, si legge nella nota con cui il Mimit ha dato notizia del via libera. Di notizia “importante e significativa” ha parlato Urso, durante la sua visita all’inaugurazione della Casa del Made in Italy, a Napoli.

La soddisfazione dei sindacati per il sì della Commissione Ue al prestito ponte per l’ex Ilva

Soddisfazione per l’approvazione del prestito per l’ex Ilva da parte della Commissione europea è stata espressa anche dai sindacati. “Occorre, prima di tutto, dare atto al governo e al ministro per le Imprese, Adolfo Urso, per l’impegno profuso per questa infinita e travagliata vertenza. Non c’è tempo da perdere, bisogna andare avanti e cercare di dare una svolta definitiva alla situazione in cui versa il più grande siderurgico d’Europa”, ha commentato il segretario nazionale Ugl Metalmeccanici, Antonio Spera, sottolineando “la necessità assoluta di fare presto e bene” e dando quindi la disponibilità dell’Ugl al confronto immediato con il governo.

Un passaggio necessario per la ripartenza

Anche Fiom, Uilm e Fim Cisl hanno salutato positivamente l’approvazione e posto l’attenzione sul confronto con il governo in merito al piano industriale. “Positivo l’ok della Commissione europea al prestito ponte, lo aspettavamo perché tutto ciò che è previsto nel piano di ripartenza è strettamente legato alla presenza di risorse con cui fare investimenti, manutenzioni, acquisto di materie prime”, ha commentato il segretario della Fim Valerio D’Alò. “Anche tutto ciò che abbiamo davanti sindacalmente, come la cassa integrazione – ha proseguito – è legato alla ripartenza degli impianti, condizione possibile solo con le risorse, almeno fino all’arrivo del bando di gara, il vero snodo che dovremo affrontare in futuro”.

Lo stato dell’arte e il riavvio del confronto

Il via libera della Commissione al prestito ponte è arrivato subito dopo l’approvazione del decreto Agricoltura che investe le imprese di interesse strategico, tra le quali anche l’ex Ilva. Come sottolineato dai sindacati, si tratta di un passaggio fondamentale per il rilancio dell’azienda e la realizzazione del piano industriale per Acciaierie italiane presentato da governo e sindacati, che prevede entro il 2026 una produzione di sei milioni di tonnellate e la sostituzione di due altiforni con forni elettrici. Attualmente lo stabilimento lavoro a regime fortemente ridotto e l’azienda ha chiesto la cassa integrazione per circa la metà dei propri dipendenti, oltre 5mila lavoratori, dei quali oltre 4mila a Taranto.

Le aziende che si sono fatte avanti dopo la presentazione del piano industriale

Ciò che più conta, però, è l’interesse mostrato da diversi investitori. Per la ripartenza serviranno ben altre risorse, ma i potenziali investitori che si sono fatti avanti dopo la presentazione del piano industriale. Oltre alle due imprese indiane, Vulcan Green Steel e Steel Mont, in campo ci sono anche il gruppo l’ucraino-olandese Metinvest e l’azienda canadese Stelco.

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