Delirio Salis: un manifesto anarchico con decalogo antifà. Utenti di rimbalzo: ti scoppia il fegato? Vai a lavorare
La fatale attrazione per l’antagonismo duro e puro in nome della resistenza militante contro il vento di destra che soffia in Europa dall’Italia alla Francia induce all’ultimo delirio la pasionaria rossa in trasferta al Parlamento europeo e sempre attiva sui social da cui lancia l’ultima chiamata alle armi ai commilitoni in azione con buona pace di elettori e tempi. Così, sventolando l’immancabile bandiera anarchica in bella vista, e solerte nell’appellarsi alla resistenza “militante” al nuovo fascismo italiano e francese, sui social si consuma l’ennesimo delirio targato Salis, con tanto di utenti esterrefatti e indignati che faticano a rimanere in silenzio.
Un manifesto programmatico, quello che la compagna a Bruxelles, lancia da Instagram, con otto slide postate in sequenza che articolano e provano a giustificare contorni e confini da travalicare per la nuova icona della sinistra assurta al rango di neoparlamentare europea dagli alleati di Avs sedotti – e ripagati – dal colpo di teatro della sua candidatura.
L’ultimo delirio della Salis: da Instagram lancia il suo manifesto anarchico e il decalogo antifà
E allora, giù con slogan e incitamenti sempreverdi al contrasto senza se e senza ma alla «guerra di posizione a tutto campo, di gramsciana memoria» ordita a suo giudizio dalle destre. E perché no? Con l’occasione, come non rispolverare un classico come la lotta al «suprematismo etno-razziale» infarcita del solito mantra che esorta le folle affinché «ciascuno faccia la propria parte»? Eppure, ciò che sembra un delirio ideologico e ideologizzato di una barricadera passata dopo le piazze e le case occupate per la canonizzazione politica lanciata da Avs dopo il carcere ungherese, evoca il timore di cadere in errore. Potrebbe sembrare a tutti gli effetti un programma delirante stilato dalle frange più rosse ed estremiste di un tipico centro sociale. E invece no: sono invece i punti di un organigramma ben preciso. I capisaldi del nuovo manifesto politico della neo-deputata europea Ilaria Salis.
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Salis, il programma antifà e la bandiera anarchica
Si comincia ovviamente dalla Francia, che sta attraversando un «fenomeno globale» che offre – sempre a detta della Salis – l’occasione di sfoderare sul piatto d’argento internetico l’affondo del paragone ardito tra Marine Le Pen e Giorgia Meloni, due mondi che per la neo europarlamentare rischiano niente poco di meno che la collusione. Tanto che all’apice dello “sragionamento” social, la ex maestra in prestito alla politica sentenzia: «La peste sovranista è certamente un fenomeno globale e differenziato a seconda dei contesti geografici e culturali, ma l’Italia ha rappresentato un importante laboratorio di sperimentazione, soprattutto per i vicini europei. Il progetto politico di Le Pen sembra avere tratto non poca ispirazione da quello di Meloni».
Salis tra ambigue allusioni e arditi paralleli
E allora, rivendica con ton i duri e bizzarri paralleli che sfidano coerenza e storia, ma che risultano perfettamente funzionali a evocare fantasmi utili ad arruolare proseliti nella lotta social e parlamentare, la soluzione a tutto questo è una sola per la Salis: creare una «nuova forma internazionalista dell’antifascismo». E l’appello finale, con tanto di bandiera anarchica antifà di rigore, non può che sventolare nel vento che soffia in quella direzione: quella del catastrofismo politico-sociale che la neo Cassandra via social da Bruxelles evoca e quasi invoca pur di arruolare militanti.
«Senza la coerenza di farla finita con le ambiguità, senza il coraggio necessario a volere cambiare lo stato di cose presente andando ad incidere sulle condizioni di vita delle persone comuni, ci stiamo scrivendo da soli la condanna ad abitare un tempo storico che avremmo sperato diverso. Che ciascuno faccia la propria parte», conclude enfaticamente – e pericolosamente – l’agguerrita paladina dell’antifà.
Il rimando a stagioni buie del Bel Paese per arruolare militanti social
Una frase, quella finale, più che mai sibillina. Di più: Il Tempo la definisce addirittura «ambigua» nella sua potenzialità evocativa di rimandare a «periodi tutt’altro che felici per il nostro Paese». E che prelude all’ultimo atto, non solo iconografico e scenografico, ma plasticamente d’effetto: quello al centro dell’ultima slide del post, dove fa capolino la bandiera degli antifà. Il vessillo quella dei movimenti anarchici asserragliati fin nei gangli connettivali dei centri sociali del Bel Paese. Una sorta di messaggio non proprio in codice, quello inviato agli attivisti in ascolto, con cui la Salis sembra rivolgersi alle truppe in ascolto con un sonoro: da qui in avanti, a Bruxelles, sarò io a a difendere le vostre istanze.
Gli utenti reagiscono: e rispediscono al mittente allarmi e sollecitazioni belliche
Ma nell’agorà social, come noto, il pubblico sintonizzato e vasto e vario. E così, davanti all’ultimo delirio targato Salis, gli utenti social reagiscono. Eccome. E se un utente sottolinea a tono: «Ti sta scoppiando il fegato, e lo capisco. Ma del resto devi fartene una ragione, l’Europa, il mondo sta andando in questa direzione». Un altro follower smonta allarmismi e scenari catastrofistici, replicando: «Finalmente anche i francesi si sono svegliati, basta sinistra, avremo un Europa di destra!!». Mentre qualcun altro, più prosaicamente, ma non meno efficacemente, rileva: «Allora facciamo come fai te, e andiamo in Francia a picchiare qualche Destrorso radicale». O anche: «Vai a lavorare lazzarona». Anche perché, con il nuovo stipendio in vista, non è poi così peregrino chiederlo…