Abodi duro sull’Italia del calcio: “Non solo una sconfitta ma una resa incondizionata”
Abodi va giù duro contro l’Italia del calcio, eliminata sabato scorso a Berlino negli ottavi di finale degli europei dalla Svizzera. Il ministro dello sport, con un recente passato di Presidente della Lega calcio di serie B, va oltre il risultato sportivo e parla, in un’intervista a Rtl 102.5, di una disfatta morale e di una resa incondizionata.
Le parole di Abodi: “Serve una seria autocritica”
“Non è stata una sconfitta ma una disfatta. La maglia azzurra deve ispirare e invece la squadra era assente fisicamente e moralmente. Mi sorprende questa ricerca di responsabilità altrui. Serve autocritica, troppo facile guardare altrove”, ha detto all’emittente radiofonica il ministro Andrea Abodi. “”Ero a Berlino, ho vissuto in presa diretta l’amarezza non di una sconfitta, ma di una disfatta. Una resa incondizionata, non solo sportiva ma anche morale. La maglia azzurra deve ispirare chi la indossa e tirar fuori la forza morale”, ha aggiunto il titolare del dicastero dello sport.
“Sbagliato scaricare responsabilità”
Abodi ha poi sottolineato ancora che, “sull’atteggiamento dei calciatori azzurri in campo, non c’è stata reazione, un lampo, soprattutto nei momenti difficili. I giocatori che vanno in campo lo sanno perfettamente, non si tratta di errori tattici o dei singoli, la squadra sembrava assente fisicamente e moralmente. E questo deve far fare ulteriori riflessioni per un punto e a capo. Di fronte a una sconfitta deve emergere l’autoanalisi, è troppo facile guardare gli errori altrui. Lo sport insegna ad assumersi responsabilità”, ha poi concluso il ministro nell’intervista dedicata alla triste esperienza tedesca.
Un messaggio preciso al mondo del calcio
L’intervento di Abodi arriva il giorno dopo la decisione del presidente federale, Gabriele Gravina, di convocare l’assemblea elettiva della Figc il prossimo 4 novembre. Nessun intralcio all’autonomia sportiva ma anche l’invito a non mettere la testa dentro il sacco. L’Italia negli ultimi dieci anni, tranne il miracolo londinese, ha accumulato due eliminazioni ai mondiali e rischia in queste condizioni di non arrivare all’appuntamento di Usa, Canada e Messico nel 2026. Decidete in autonomia, è questo il messaggio, ma cercate di cambiare il corso delle cose.