Ustica, Mattarella: “Una ferita senza verità”. FdI: Sui cieli d’Italia si consumò un atto di guerra. Chi sa parli

27 Giu 2024 18:23 - di Alessandra Danieli

Ustica 44 anni dopo, una strage ancora senza verità. Il 27 giugno del 1980, alle 20,59, il Dc9  dell’Itavia partito da Bologna e diretto a Palermo sparì dai radar. Fu ritrovato spezzato in due nel mare di Ustica con la morte di tutte le 81  persone presenti, tra passeggeri e personale di volo. Una tragedia finita purtroppo tra i grandi misteri d’Italia. Il caso fu inizialmente classificato come un incidente. E ancora oggi, tra alterne vicende, commissioni d’inchiesta, depistaggi, Servizi segreti, omissis e zone d’ombra, non ha ufficialmente un colpevole.

Ustica, Mattarella: una ferita ancora senza verità

“La Repubblica non si stancherà di continuare a cercare e chiedere collaborazione anche ai Paesi amici per ricomporre pienamente quel che avvenne il 27 giugno 1980”. Così il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel giorno del 44esimo anniversario della strage. Il capo dello Stato ha espresso solidarietà ai familiari delle vittime, “che non si sono arresi davanti a opacità, ostacoli, distorsioni. E hanno sempre cercato di fare luce sulle circostanze e le responsabilità della tragedia. La loro opera, unita a quella di uomini dello Stato, ha contribuito a diradare nebbie e a ricostruire lo scenario di quel tragico evento”. Parlando di una strage di dimensioni immani, Mattarella l’ha definita “una ferita aperta, anche perché una piena verità ancora manca e ciò contrasta con il bisogno di giustizia che alimenta la vita democratica”.

Rampelli: chi sa parli. Francia e Usa facciano il loro dovere

Di quarantaquattro anni “senza verità e senza giustizia” parla in un lungo post Fabio Rampelli. “Nell’anniversario della strage di Ustica si rinnovano il dolore e la rabbia per l’immane tragedia che ha colpito le famiglie delle vittime e l’Italia intera. Non ci sono mai piaciute le verità di comodo”, scrive il vicepresidente della Camera. “Troppi indizi e troppe coincidenze ci portano a pensare che sui cieli d’Italia si consumò un atto di guerra tra una potenza occidentale e il regime libico. Come qualche tempo fa rivelarono Giuliano Amato e l’ex presidente Francesco Cossiga. Chi sa parli, Francia e Stati Uniti facciano un’ulteriore indagine sui tracciati della base corsa e su quelli della portaerei Saratoga. Perché – conclude Rampelli – di fronte a 81 vittime innocenti e al dolore dei familiari sopravvissuti si può solo consegnare la verità, ad assai parziale risarcimento”.

Scurria interroga la Farnesina:

“Da quel 27 giugno 1980 il cielo di Ustica non è più lo stesso”, scrive in una nota il vicepresidente di FdI al Senato, Marco Scurria. “Questa data è anche il simbolo di una lunga ricerca di verità e giustizia”. Il senatore ricorda che durante la trasmissione condotta da Massimo Giletti su Ustica è emerso un dialogo in cui l’ex addetto militare dell’ambasciata francese a Roma dichiara di non aver fornito all’Italia i tracciati radar francesi della base aerea di Solenzara in Corsica che riguardano la strage di Ustica. Su questo l’esponente di FdI ha presentato un’interrogazione parlamentare al ministro degli Esteri Antonio Tajani per chiedere se sia a conoscenza di eventuali nuove informazioni in possesso delle autorità francesi. “Tutte le istituzioni e le forze politiche devono collaborare alla volontà di giungere finalmente a una verità che sia chiara e inconfutabile”.

Gasparri: l’ipotesi dell’attentato è una certezza

Maurizio Gasparri conferma con forza che l’ipotesi dell’attentato partito dal Medioriente è più di una certezza”. “In anni recenti ho potuto leggere, come membro della Commissione di inchiesta, atti riservati dei Servizi segreti con il vincolo ovviamente del segreto. Chi ha letto quegli atti, come me ed altri colleghi che sono stati in Parlamento, sa benissimo quello che c’è scritto. L’attentato è un fatto. Spero che qualcuno consenta a tutti di leggere quei documenti”. Così il capogruppo dei senatori azzurri rivolgendosi anche a Daria Bonfietti, presidente dell’Associazione parenti delle vittime.

I rilievi della presidente dell’Associazione partenti delle vittime

E proprio sulle critiche espresse da Daria Bonfietti, presidente dell’Associazione parenti delle vittime della strage di Ustica, si concentra e replica con una nota di Palazzo Chigi, che enuclea risposte e riflessioni. «Non si comprende – si legge allora nella nota – in che cosa consista il presunto “inadempimento” del Comitato per la desecretazione, tenuto conto che dal suo insediamento il governo Meloni ha operato al fine di dare completa attuazione alle attività di declassifica e versamento di cui alle direttive del 2014 e del 2021».

La replica in una nota di Palazzo Chigi

E ancora. «Tra le diverse attività, il Comitato per la desecretazione ha ottenuto il rifinanziamento per la digitalizzazione degli atti processuali inerenti le stragi. Nonché la prosecuzione della digitalizzazione dei versamenti presso l’Archivio centrale dello Stato. Ha collaborato con i Ministeri per accelerare il versamento della documentazione declassificata; ha coinvolto anche Uffici delle amministrazioni finora non interessati dalle operazioni di versamento, come gli uffici della giustizia militare e gli Uffici legislativi».

Non solo. «Per quanto riguarda il versamento dei documenti relativi alla strage di Ustica – prosegue la nota – tra il 2022 e il 2024 la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha completato il versamento all’Archivio Centrale dello Stato della documentazione in possesso degli uffici, compresi quei documenti che erano rimasti pendenti (perché necessitavano dell’autorizzazione dello Stato o dell’organizzazione internazionale che li aveva prodotti). Sempre relativamente alla strage di Ustica, anche a seguito dell’intervento del Comitato sui Ministeri e della Presidenza del Consiglio a livello di relazione diplomatiche, sono stati effettuati tra fine 2023 e il primo semestre 2024, cospicui versamenti di documentazione (più di 350 documenti) da parte dell’ufficio di Gabinetto del Ministero della difesa e dello Stato maggiore dell’aereonautica».

«Documenti che fino a quel momento erano pendenti in attesa dell’autorizzazione della NATO (quale organizzazione internazionale che li aveva originariamente prodotti). Il mancato ritrovamento dell’Archivio storico dell’Ufficio di Gabinetto dell’ex Ministero dei trasporti non è certo attribuibile all’inerzia del Comitato per la desecretazione; tale “scomparsa” era stata già rilevata dal Comitato durante i Governi precedenti e, nonostante gli sforzi effettuati – conclude quindi la nota – non è stato possibile rinvenire tale documentazione».

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