
Sorpresa, ora spuntano i manifesti “scrivi Elly”. Il Pd non si smentisce mai: prima critica, poi copia
Sorpresa, spuntano i manifesti con “scrivi Elly”. Anche per la segretaria Pd, infatti, è partita una campagna di comunicazione col nome. O, per essere più precisi, col soprannome, visto che all’anagrafe Schlein si chiama Elena Ethel. Nulla di male è chiaro, se non fosse che proprio il Pd aveva sollevato un polverone per la scelta del premier di chiedere il voto scrivendo “Giorgia”, annunciata alla conferenza di FdI a Pescara. Poco più di un mese dopo, in casa dem si accodano. E fa niente che Schlein abbia condotto la campagna elettorale ripentendo fino allo sfinimento che nel Pd “il noi viene prima dell’io”.
E alla fine pure il Pd invita a votare con “scrivi Elly”
Succede in particolare in Sicilia, che insieme al Centro è una delle due circoscrizioni in cui corre Schlein. È lì che sono comparsi i manifesti “Vota il Partito democratico e scrivi Elly”, sui quali – secondo quanto riferisce Repubblica – non ci sarebbe il copyright del Nazareno: la scelta sarebbe meramente locale, sebbene anche a Roma ne fossero informati, così come informata era Schlein. Igor Taruffi, responsabile nazionale dell’organizzazione Pd, ha minimizzato dicendo che anche nelle precedenti tornate elettorali al Viminale era stata presentata la dicitura “detta Elly” per meri motivi pratici, vale a dire per il disallineamento tra il nome segnato all’anagrafe e quello con cui Schlein è invece conosciuta. Di manifesti che invitassero a esprimere il voto in quel modo, però, non se n’erano mai visti prima. Ma guai a pensare a un effetto fotocopia rispetto al premier.
Ma guai a dire che copiano Meloni…
“Non è un plagio di Meloni, è piuttosto una scelta di semplificazione: molti potrebbero sbagliarsi a scrivere Schlein. E non possiamo correre il rischio di farci invalidare le schede”, ha detto il presidente regionale del Pd Antonio Ferrante al giornalista Lorenzo De Cicco, che firma il pezzo. “Abbiamo iniziato a diffondere il manifesto sui social, ma abbiamo deciso di procedere anche con gli attacchinaggi vecchia maniera, per l’ultimo scampolo di campagna elettorale”, ha aggiunto. Insomma, anche in questo frangente il Pd non si smentisce: prima criticoni, poi copioni. Ma, si sa, quando le cose le fanno loro hanno sempre tutto un altro significato.