Salvini e Vannacci a Milano, bloccato l’assalto degli antagonisti. Il leader leghista: abbraccio Meloni e la piazza di Roma

1 Giu 2024 18:43 - di Redazione
Salvini

Ad attendere Matteo Salvini in Piazza Duomo a Milano, la folla di simpatizzanti, minacciata però dagli immancabili antagonisti che all’arrivo del leader del Carroccio, atteso per la chiusura della campagna elettorale della Lega per le Europee, insieme al generale Roberto Vannacci, candidato con il Carroccio nella Circoscrizione Nord Ovest, fanno notare, vistosamente, la loro presenza. Sull’evento di piazza, insomma, incombe la fibrillazione dei soliti facinorosi dei centri sociali: e infatti, non appena Salvini arriva nel villaggio allestito nella piazza più conosciuta di Milano, si scatena la tensione tra le forze dell’ordine e alcuni antagonisti, che si sono avvicinati urlando slogan contro Salvini e hanno tentato di strappare un manifesto della Lega affisso per l’occasione. Alla fine, però, sono stati tutti bloccati dalla polizia, che ha riportato ordine e calma.

Tensione per Salvini e Vannacci in piazza Duomo

Dunque, il leader della Lega è arrivato nel “villaggio” allestito in piazza Duomo, a Milano, dov’era atteso per prendere parte alla presentazione del suo libro “Controvento, l’Italia che non si arrende”, insieme al generale Roberto Vannacci, candidato con il Carroccio alle prossime elezioni europee. L’area è stata allestita alle spalle della cattedrale, all’angolo con Corso Vittorio Emanuele. Negli stessi istanti, nella piazza al lato del Duomo, si sono verificati momenti di disordine tra i soliti antagonisti e attivisti dei centri sociali. Un manipolo di dissidenti – un gruppetto di circa 20 contestatori – ha urlato slogan contro il vicepremier a margine del comizio, prima di essere arginato dalle forze dell’ordine in tenuta antisommossa, che hanno allontanato i manifestanti senza che si creassero particolari tensioni.

Salvini dal palco milanese: «Abbraccio Meloni, insieme governeremo a lungo»

Poi, quando prende la parola Salvini, la tensione si scioglie nell’accoglienza della folla nella piazza milanese, che il leader del Carroccio collega subito idealmente a quella della capitale. «Il mio abbraccio va alla piazza di Roma, quella di Giorgia Meloni, con cui governeremo a lungo», esordisce Salvini. Che poi aggiunge: «Più proveranno a dividerci, più ci uniranno», sentenzia il vicepremier dal palco milanese. Da dove il ministro e segretario della Lega rilancia propositi e spunti programmatici: «L’Europa deve difendere i confini europei dall’immigrazione clandestina e dobbiamo difendere quelli italiani dall’invasione islamica. Non vogliamo essere una colonia cinese e neanche un califfato islamico», ribadisce Salvini durante il suo intervento dal palco della chiusura della campagna elettorale insieme al generale Roberto Vannacci in Piazza Duomo a Milano.

Schlein? Il leader leghista ironizza: «Spero rimanga per altri 30 anni segretario del Pd»…

Poi, tra una considerazione internazionale, e una stoccata dettata da un riferimento interno – «vorrei salutare un’altra piazza milanese, in questo momento riunita con meno gente rispetto alla nostra; è quella di Elly Schlein, che spero rimanga per altri 30 anni segretario del Pd. È una brava persona, non la pensa come me su vari temi, ma la sua guida del Pd è garanzia che per 30 anni la Lega starà al governo», ironizza il leader leghista – Salvini punta sull’agone elettorale europeo. E rilancia: «La Lega sarà la più bella sorpresa di queste elezioni europee. Per gufi e menagrami saranno mesi e anni difficili».

Ministri e governatori sul palco di Milano

Infine, sulle note di Generale di Francesco De Gregori l’evento organizzato dalla Lega alle spalle del Duomo di Milano si chiude. Sul palco, nel frattempo, oltre al leader Matteo Salvini e al generale Roberto Vannacci, si sono avvicendati i ministri Giuseppe Valditara e Roberto Calderoli. Ma anche i governatori da Luca Zaia a Massimiliano Fedriga, da Attilio Fontana a Maurizio Fugatti. Oltre ad altri big del partito come, fra gli altri, i capigruppo alla Camera e al Senato, Riccardo Molinari e Massimiliano Romeo.

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