Piccole Di Cesare crescono: e l’opinionista di Formigli sui social invoca la lotta armata

15 Giu 2024 16:52 - di Redazione
opinionista Formigli lotta armata

Non è bastato il post della professoressa Di Cesare che plaudeva alla stagione di sangue e morte dell Br con l’inno alla rivoluzione della terrorista rossa Barbara Balzerani. No, evidentemente non è bastato se oggi sui social spunta l’ennesima incitazione alla lotta armata e l’ennesimo appello all’anarchia e alla radicalizzazione dello scontro politico. Lo segnala Il Giornale in riferimento a un commento pubblicato online il giorno successivo alle elezioni da Valeria Fonte, scrittrice e opinionista di Corrado Formigli a Piazza Pulita, che su La7 siamo abituati ad ascoltare mentre discetta sull’universo mondo: dal quadro politico alla disamina sociale, passando per patriarcato e misoginia, cultura woke. Poteva mai mancare il commento “veemente” nel post verdetto elettorale e un nostalgico richiamo alla lotta armata?

Non bastava la Di Cesare, ora l’opinionista di Formigli invoca sui social la lotta armata

La quale, da un’angolazione più esasperata rispetto a quella della sinistra – che, tra salotti tv e aule istituzionali, giornalisti, intellettuali e parlamentari in prima linea, evoca spettri del passato e un sempreverde allarme sul fascismo di ritorno – da opinionista schierata su posizioni ancora più estreme arriva a ipotizzare, con buona pace della democratica accettazione dell’ultimo verdetto elettorale, una radicalizzazione dello scontro che reputa quasi inevitabile dopo le elezioni europee che hanno registrato una forte variabile astensionista. Affermando: «Può succedere solo una cosa, la lotta armata».

Il commento della opinionista di Formigli nel giorno dopo le elezioni europee

Ma vediamo nel dettaglio cosa scriveva sui suoi canali social la Fonte nel day after elettorale, e su cui oggi si sofferma il quotidiano milanese, dipingendo il quadro per la generazione Z un quadro a tinte fosche da rinverdire nel segno del rosso vivo che ha scandito i sanguinosi Anni di piombo: «Dell’astensionismo (prevedibile) di ieri ci rimane solo una certezza sincera: si è totalmente persa la fiducia nel sistema partitico, che si basa su un’idea democratica liberale in cui la fascia 18-30 non si riconosce più».

L’opinionista di Formigli tra fiducia persa nella democrazia e lotta armata

Un’asserzione veemente, quella della scrivente, dalla quale sembra di poter dedurre che  – come rileva non a caso Il Giornale – che giovani e giovanissimi avrebbero perso la fede nella democrazia e nei suoi protocolli applicativi. Ma in cosa crederebbero allora le nuove leve di oggi? Ce lo dice sempre Valeria Fonte, naturalmente. La quale, parlando a titolo universalistico, per iscritto – e, neanche a dirlo, con una scrittura in ossequio alla grammatica inclusiva, con tanto però di deroghe e licenze digitali – afferma: «La democrazia ha perso la garanzia di essere un’alternativa. Le persone più giovani abitano le piazze e vogliono una comune di stampo anarchico. Ci stiamo radicalizzando. Tutti».

Nostalgia per i sanguinosi Anni di piombo?

Parole che stigmatizzano e profetizzano il peggio dei “cattivi maestri” che si rivolgono alla “meglio gioventù?” Di sicuro, come scrive Il Giornale che riprende caso e dichiarazioni virtuali, «ci sono due elementi che emergono con forza da queste righe: anarchia e radicalizzazione. Due nemici della democrazia il cui seme sta germinando nelle giovani generazioni, quelle che tra pochi anni andranno a comporre la classe dirigente del Paese». E con quali premesse e possibili degenerazioni ce lo dice sempre la Fonte: «Questo è un punto di rottura. Le stiamo provando tutte. E dopo questo marasma, dove siamo tutti disillusi, può succedere solo una cosa: la lotta armata», scrive ancora.

Se l’opinionista di Formigli inneggia a lotta armata e furia del passato

Chiosando apocalitticamente: «Balliamo. Perché ci sarà da ballare parecchio». Un ballo fatto di passi indietro e sguardo volto a un passato che ci riportano a stagioni drammatiche. Che rimandano a coreografie non solo già tragicamente viste, ma forse evocate più per rinnegare il confronto democratico, e danzare verso logiche e toni che nulla hanno a che fare con il confronto democratico e l’accettazione del dissenso.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *