Noam Chomsky è vivo (e lotta insieme a loro). Chi è l’intellettuale Usa che era stato dato per morto

19 Giu 2024 14:04 - di Laura Ferrari

Era una bufala, nella quale sono incappati i giornali di tutto il mondo, la notizia della morte dell’intellettuale americano Noam Chomsky. Lo storico docente del Mit di Boston ha 95 anni e figura da anni nelle classifiche del Time tra le 100 persone più autorevoli del mondo, era ricoverato da un anno in un ospedale di San Paolo del Brasile, per un ictus lo aveva colpito a giugno 2023.

Proprio in queste ore Noam Chomsky è stato dimesso dall’ospedale. Lo ha reso noto il centro sanitario Beneficencia Portuguesa spiegando che l’intellettuale proseguirà le sue cure a casa. Il direttore esecutivo dell’ospedale Renato Vieira e il cardiologo Marcelo Sampaio hanno quindi smentito le voci circolate sui social network e sulla stampa brasiliana sulla morte dello scrittore. Anche la moglie Valeria ha smentito sui social la morte di Chomsky, che vive in Brasile dal 2015.

Noam Chomsky è uno dei massimi linguisti contemporanei

Considerato uno dei massimi linguisti contemporanei, rinnovatore rivoluzionario della linguistica nel secondo Novecento, fondatore della grammatica generativo-trasformazionale, e al tempo stesso uno degli intellettuali militanti radicali più ascoltati ed influenti negli Stati Uniti e nel mondo, che ha occupato un posto di primo piano nelle lotte radicali della Nuova sinistra americana. Diventato celebre anche per il suo impegno nell’organizzazione delle campagne pacifiste contro l’intervento statunitense nella guerra in Vietnam, Noam Chomsky ha dedicato a questa come ad altre problematiche di carattere politico numerosi saggi, a partire da “I nuovi mandarini. Gli intellettuali e il potere in America” (Einaudi, 1969), che alla sua uscita innescò un ampio dibattito internazionale.

Nato a Philadelphia il 7 dicembre 1928 da una famiglia ebraica originaria dell’Europa dell’est, Avram Noam Chomsky ha studiato all’Università di Pennsylvania sotto la guida di Zellig Harris, fondatore del primo dipartimento di linguistica in una università americana. Si laureò nel 1949 (nello stesso anno sposò la linguista Carol Doris Schatz), si perfezionò con un master nel 1951 all’Università di Harvard e nel 1955 iniziò la carriera come professore di linguistica al Massachusetts Institute of Technology di Boston, dove ha svolto tutta la sua attività accademica successiva.

Le ripercussioni di quella che è stata chiamata la “rivoluzione chomskiana” sono state profonde non solamente nella linguistica, ma anche nella psicologia, nella filosofia e nella metodologia della scienza. Chomsky ha da sempre attuato un percorso parallelo a quello scientifico, relativo a una minuziosa analisi del modo in cui il linguaggio politico veicola i dispositivi di potere sulle masse: in italiano sono stati pubblicati tra gli altri libri “Per ragioni di Stato. Ideologie coercitive e forze rivoluzionarie” (Einaudi, 1977), “Linguaggio e libertà” (Tropea, 1998), “La fabbrica del consenso” (con Edward S. Herman, Tropea, 1999).

Da “La fabbrica del consenso” a “Chi sono i padroni del mondo”

In particolare ha rivolto una puntuale critica al governo degli Stati Uniti, ritenuto colpevole del tentativo di stabilire un nuovo imperialismo culturale e politico nei confronti dei paesi politicamente più fragili. A questo argomento è dedicata la sua feconda produzione saggistica degli ultimi vent’anni: “Dopo l’11 settembre. Potere e terrore” (Tropea, 2003); “Pirati e imperatori” (Tropea, 2004); “Il golpe silenzioso. Segreti, bugie, crimini e democrazia” (Piemme, 2004); “La democrazia del grande fratello” (Piemme, 2005); “Egemonia o sopravvivenza” (Tropea, 2005); “Stati falliti. Abuso di potere e assalto alla democrazia in America” (Il Saggiatore, 2007). Nel 2012 è stato pubblicato in italiano “Siamo il 99%” (Nottetempo), testo in cui sono raccolti i suoi discorsi presso numerose assemblee del movimento Occupy Wall Street, al quale l’intellettuale ha fornito solido appoggio ideologico contro la finanza neoliberista.

Nel 2013 sono apparse le raccolte di saggi “Masters of mankind” 1970-2013 (traduzione italiana “I padroni dell’umanità. Saggi politici” da Ponte alle Grazie nel 2014) e “Chomsky on anarchism” (traduzione italiana con il titolo “Anarchia. Idee per l’umanità liberata” da Ponte alle Grazie nel 2015). Nel 2015 l’intellettuale ha pubblicato in collaborazione con Ilan Pappé “On Palestine” (traduzione italiana con il titolo “Palestina e Israele. Che fare?” da Fazi nel 2015), in cui configura un nuovo approccio per superare lo stallo sulla questione israelo-palestinese, mentre è del 2016 “Who rules the world” (traduzione italiana con il titolo “Chi sono i padroni del mondo” da Ponte alle Grazie nel 2016), analisi delle più stringenti questioni di politica internazionale della contemporaneità, e dell’anno successivo “Requiem for the american dream: the 10 principles of concentration of wealth & power” (traduzione italiana con il titolo “Tre lezioni sull’uomo” da Ponte alle Grazie nel 2017), acuta riflessione che, muovendosi dal problema della scomparsa della democrazia, arriva a determinare le cause di tale deriva.

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