Mondi. Moderna e dinamica nella Tradizione: è l’India. Il segreto? La sua anima radicata ovunque

16 Giu 2024 12:00 - di Alberto Samonà

C’è una Nazione al mondo che cresce più di tutte e con una velocità impressionante. È l’India: affascinante, misteriosa, enigmatica e al contempo, tecnologicamente avanzatissima ed economicamente fra le più solide potenze al mondo. Per comprenderla non bastano gli indicatori economici e non è neanche sufficiente interpellare economisti o esperti di questioni internazionali. Ciò che fa la differenza è la sua anima, profonda, antica e radicata ovunque, nelle maglie eterogenee di una società contraddistinta da culture plurimillenarie, che non solo non sono state cancellate dal rullo compressore della modernità, ma con questa convivono in un mix di inaudita potenza, che si trasforma in energia pura. E gli effetti si vedono.

Tutto è pieno di Dei” diceva Talete, eppure, l’antica conoscenza sembra spiazzata e sovvertita in questo occidente sempre più desacralizzato e in questa Europa che sembra lontana anni luce (e forse lo è) dalla sapienza greco-romana. Non soltanto gli Dei di casa nostra si sono ritirati a vita privata e di essi non restano che meravigliose statue e reperti che richiamano antichi culti, ma l’intera società pare correre velocemente verso un transumanesimo spersonalizzante, figlio di generazioni allattate con dosi massicce di positivismo e ideologie post-illuministiche, nutrite negli ultimi decenni a pane e individualismo edonistico, laico, fluido, evanescente, molliccio e sciolto.   

E intanto in India…

Non c’è da meravigliarsi se in una qualsiasi piazza indiana ci si dovesse, invece, imbattere in migliaia di giovani che ballano in piazza a suon di brani techno e house, sventolando bandiere arancioni con stampata l’immagine di Rama, eroe del Mito, incarnazione del Dio Visnù, della veneranda età di oltre duemilaecinquecento anni, che allora comparve sulla terra per sconfiggere il demone Ravana e che oggi si mostra più in salute che mai, più giovane e più in forma che mai, con il suo arco sempre pronto a scoccare le frecce contro i nemici e difendere il popolo indiano dai malvagi e dall’oscurità. Modernità e tradizione in India non soltanto convivono, ma costituiscono un unico gigantesco respiro.

Così come non è affatto strana e per nulla illogica l’immagine di migliaia di pellegrini che ogni giorno all’alba si immergono nelle acque del Gange a Varanasi, sfidando ogni plausibile perplessità dovuta alle condizioni del fiume più sacro dell’India.

“Ciò che non uccide l’uomo lo fortifica” scriveva sapientemente Nietzsche nel suo “Ecce homo” riferendosi a colui che, pur figlio di tempi decadenti, acquisisce una consapevolezza nuova, eppure antica poiché collegata con lo spirito originario. E se nonostante gli sforzi e il richiamo all’immortalità degli Dei, la morte dovesse sopraggiungere comunque, potrebbe chiedersi il dubbioso occidentale? In india il rapporto con essa non è come dalle nostre parti: sorella morte altro non è che trasformazione. E difatti, se l’anima nell’esistenza è stata in grado di oltrepassare la caducità del divenire, allora l’uomo otterrà la liberazione. In caso contrario, verrà riassorbita nel vorticoso alternarsi del ciclo vita-morte. Tutto avviene perché il Divino è ovunque. E del resto la stessa anima (Atman) è in stretta relazione con la Realtà Primigenia e Ultima (Brahman).

“Tutto è pieno di Dei”… Anche nel vorticoso e caotico traffico di una qualsiasi città indiana fra auto, motorini, vacche sacre, tuk tuk, camion e varia umanità, è possibile scorgere un centro attorno a cui tutto si muove. Ed ecco che ci si può accorgere che ciò che sembra caotico e informe, in realtà appartiene a un ordine, a un altro ordine, di difficile comprensione all’occhio e all’orecchio dell’occidentale in crisi d’identità, ma elementare o meglio, essenziale, per chi è stato educato con la consapevolezza che nell’universo c’è un posto per tutto. 

“Ponte” prima di Marco Polo

I ponti che hanno unito oriente e occidente anche prima di Marco Polo, oggi a causa delle crisi internazionali degli ultimi anni, appaiono sempre più stretti: dalla Cina alla Russia, passando per il Medio Oriente, le continue tensioni e la permanente situazione di instabilità planetaria – dall’anno in cui è esplosa la pandemia di Covid fino ad ora – hanno determinato una chiusura talvolta a riccio, con ripercussioni geopolitiche, economiche e culturali che presumibilmente si riverbereranno negli anni a venire e ancora per molto tempo.

Eppure, proprio l’India costituisce l’eccezione, corteggiata e rispettata, com’è, da quasi tutti i grandi potenti del mondo: nonostante sia divenuta, con un miliardo e 400 milioni di persone, la Nazione più popolosa, superando la Cina, negli ultimi anni ha fatto registrare la crescita economica più rapida e più consistente del pianeta, attestandosi a circa 500 miliardi di dollari annui.

Per vedere più da vicino cosa sta accadendo nel Subcontinente indiano, si può incominciare studiando le vincenti strategie di politica economica messe in atto nell’ultimo decennio dal primo ministro Narendra Modi, da pochissimo riconfermato alla guida del Paese, e si comprenderebbero già molti dei fattori che hanno contribuito ai numeri record di questi anni. Se a questo, si aggiungono la lotta alla corruzione, una politica volta alla riduzione della povertà e di incremento dell’occupazione, oltre alla capillare azione che ha portato all’incremento e al potenziamento delle infrastrutture in tutta l’India, si possono intravedere un po’ più nitidamente i contorni di quella che sarà la vera protagonista dell’economia e della politica mondiale dei prossimi anni. L’India è la più grande democrazia al mondo, ma anche quella con lo spirito più antico.

Tutto questo, però, non basta ancora per comprenderne l’essenza, perché il vero motore dell’India è dato proprio dalla fortissima spinta che proviene dalla sua anima, composta da identità plurali e molteplici, ma che si incarnano insieme in un popolo gigantesco e in costante movimento. Un popolo che all’alba si ricollega per un istante, in silenzio, allo spirito originario e si prepara così ad affrontare la vita, nella consapevolezza che gli Dei sono dappertutto, migliaia. E pervadono ogni aspetto della vita, rimandando al Divino, all’Unità, che tutto contiene. E anche per coloro che non abbracciano l’induismo (termine convenzionale su ci sarebbe molto da dire), in realtà non è molto diverso: politeismo e monoteismo, a ben guardare, non sono in contraddizione, poiché da queste parti gli Dei altro non sono se non espressione della Realtà Primigenia, a cui rimandano costantemente: In India come era già nell’antica Roma o ad Atene.

Ecco perché i rapporti sempre più solidi fra il governo italiano, con Giorgia Meloni, e l’India di Modi, fanno ben sperare: è possibile ipotizzare che nei prossimi anni si possa sviluppare una nuova idea di Eurasia, basata sì sullo scambio di prodotti, di competenze, di materie prime e di conoscenze, ma soprattutto figlia di una nuova visione del mondo, finalmente libera da quei laicismi di sorta che avrebbero dovuto portare al progresso e che invece in Occidente hanno creato nuovi dogmi e dittature del pensiero. Un ponte fra Italia e India che sia anche nel nome della Tradizione, dell’Identità, della Cultura e della spiritualità

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