Milano, Vannacci in comizio scomoda il Gladiatore: al vostro segnale scateneremo l’inferno

1 Giu 2024 19:29 - di Redazione
Vannacci

Le tensioni scatenate dal tentativo di assalto di antagonisti e facinorosi dai centri sociali non smorzano l’entusiasmo e non disperdono il massivo raduno in Piazza Duomo, dove all’ombra della Madonnina i milanesi sono accorsi numerosi per partecipare all’evento di chiusura della campagna elettorale della Lega per le Europee. Il blitz crea attimi di tensione quando dopo gli slogan e le minacce passano la parola all’assalto e un gruppo di una cinquantina di manifestanti induce la polizia a intervenire a margine del comizio allestito all’angolo tra piazza Duomo e Corso Vittorio Emanuele II a Milano. I manifestanti vengono respinti in pochi secondi dalle forze dell’ordine in tenuta antisommossa all’altezza di Via Santa Redegonda e poi proseguono “più ordinatamente” per le vie del centro. Sul palco del comizio, intanto, si avvicendano da Salvini a Vannacci, ministri del governo e governatori di Regione.

Europee, Vannacci in comizio a Milano infiamma la piazza

Così, quando prende la parola il generale Vannacci, candidato nella Circoscrizione Nord Ovest fresco di polemiche, la gente ai piedi di palco attende con curiosità le parole del militare in lizza per l’agone elettorale europeo. E lui non delude le aspettative. «Ci sono tantissime ragioni per cambiare questa Europa – fa eco a Salvini il generale Vannacci prendendo la parola –. Io ve ne racconterò solo una, la decima ragione, che per me sono le mie figlie», apre il suo intervento a Milano sul palco della Lega il generale sulla scia delle recriminazioni seguite alle sue ultime dichiarazioni e citazioni. E raccogliendo gli applausi dei presenti.

«Al vostro segnale scateneremo l’inferno»

Ambientalismo, diritti, libertà, sono i temi al centro del discorso del candidato della Lega alle prossime elezioni europee. «Qualche centinaio di anni fa – aggiunge poi il generale – qualcuno che si chiamava Galileo Galilei è partito da qua criticando quello che era considerato il pensiero comune. E rischiando di essere messo al rogo. Io, oggi, voglio un’Europa dove il diritto alla contestazione e alla manifestazione sia rispettoso delle regole dell’ordine pubblico. Mi fanno rabbrividire i giovani manifestanti che sputano sui poliziotti e li prendono a calci». E a quel punto il generale, dopo le polemiche sulla X Mas, dopo aver insistito con la “decima”, decide di indossare i panni del “gladiatore” invitando “plasticamente” gli elettori a votare, esortandoli al grido di: «Al vostro segnale scateneremo l’inferno».

Vannacci: «Combatterò per la difesa della nostra identità»

Quindi prosegue, conquistando la platea in piazza: «Da soldato io non lascio indietro nessuno, ma dico: “facciamo volare chi ha le ali, lasciamo galoppare i purosangue nelle praterie”, perché loro saranno il traino di tutti quanti». Proseguendo sulla scia della metafora bellica, il generale ricorre a immagini e similitudini di guerra; usa un linguaggio volutamente bellicoso. Punta sul concetto di sfida e di contesa. «L’Europa che vorrei – dice Vannacci – è quella dove il sogno americano diventi il sogno italiano ed europeo. Lasciamo spazio a chi ha le capacità, i meriti, a chi vuole realizzarsi».

«Serve una Ue identitaria. Saboterò ogni iniziativa che distrugga le nostre tradizioni»

E ancora. «Io mi sono trovato a combattere per l’Italia e per gli interessi nazionali in tutti i campi di combattimento di questa Terra. Ebbene, oggi penso che sia più promettente continuare a combattere, ma cambiando campo di battaglia e sedendomi sugli scranni di Bruxelles. E se ogni attività propositiva dovesse fallire, allora comincerò con la mia specialità: il sabotaggio. Il sabotaggio di qualsiasi iniziativa che dovesse cercare di distruggere le nostre tradizioni. La nostra identità. Le nostre radici. Il nostro suolo e il nostro sangue».

 

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