Lollobrigida: “Ho irriso un provocatore che mi offriva uno spinello, quando si parla di droga non c’è nulla di light”

5 Giu 2024 17:40 - di Sara Di Vico

A sinistra non conoscono l’ironia. Forse stressati da una campagna elettorale in salita non riescono a sorridere. Così una evidente battuta del ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida sulla cannabis light, offertagli a mo’ di provocazione da un giornalista ‘in anonimato’ diventa un nuovo caso. Tutti a parlare di gaffe, social scatenati, ossessionati. L’immancabile Riccardo Magi (lo stesso  che ha inscenato il teatrino in Albania contro la Meloni), strenuo difensore della legalizzazione della marijuana, e persino Massimo Gramellini, che sul Corriere della Sera non sa resistere alla tentazione di dedicare al ‘caso’ il suo Caffè quotidiano con il titolo Lollo hippy hippy (urrà).

Cannabis, Lollobrigida: ho irriso un provocatore che mi offriva uno spinello

A spiegare l’episodio di sabato davanti alla troupe de L’Aria che Tira (“se te la devi fa ‘na canna, fattela bene”, le parole pronunciate dal ministro a chi gli offriva di farsi uno spinello) e replicare ai radicali che stuzzicano è lo stesso Lollobrigida con una nota eloquente. “Ho irriso un provocatore, poi dichiaratosi giornalista, che mi offriva uno spinello. Il senso, ovvio, era se vuoi farti del male, fallo bene e non in maniera surrettizia. Quando si parla di droga, di light non c’è nulla”. Gioco, partita, incontro si potrebbe dire.

Ai radicali: “Non faticherò a buttare l’erba nel water”

Ma c’è dell’altro. Lollobrigida manda un messaggio, questa volta molto serio, ai radicali che hanno recapitato al ministero di via XX settembre un pacco contenente una lettera che esalta le magnifiche sorti e progressive dello spinello con tanto di erba in omaggio. “Ci permettiamo di regalarle una piantina di cannabis light: bassissimo livello di THC, niente stordimento e un settore che comprende 1500 attività, 13.000 posti di lavoro, un fatturato che supera i 150 milioni di euro”. Una lezioncina rispedita al mittente.

L’impegno del governo contro la cultura della morte

“Ho letto sulle agenzie che i Radicali, che non perdono occasione di promuovere qualsiasi cosa sia contro la cultura della vita e il rispetto del nostro modello, dalla carne coltivata fino alla droga libera, mi manderanno della cannabis light, che non faticherò a buttare nel water. In cambio”, scrive il ministro dell’Agricoltura, “come atto di gentilezza, gli fornirò una dettagliata informazione sui danni della cannabis e sull’impegno che le associazioni di contrasto alle tossicodipendenze svolgono in Italia”. Nessuna illusione. “So che questi dati oggettivi non serviranno a modificare le loro posizioni. Ma certamente proveranno a far capire su quali basi il nostro governo lavora per contrastare chi promuove la cultura della morte. E il trentennale impegno, mio e del mio partito, sempre dalla parte delle comunità terapeutiche e della lotta alla droga”.

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