La madre la porta in Polonia e la bimba scompare per 3 anni: il papà la ritrova e oggi l’ha riportata a casa
La mamma la portò via in Polonia, dopo quasi 3 anni di silenzi, attesa, battaglie legali, rabbia e speranza, il papà ha ritrovato sua figlia: e oggi l’ha riportata a casa. Della piccola, Noemi, Filippo Zanella – un 47enne fisioterapista di Cesena – aveva perso le tracce da due anni e mezzo. Da quel drammatico giorno del 21 settembre del 2021, quando la madre (una trentenne polacca), la rapì per portarla nel suo Paese d’origine, sottraendola all’amore del padre e all’affetto dei familiari con cui aveva vissuto fino a quel giorno. Due anni e mezzo di silenzio, di angoscia, di ricerche e di attesa. Mai nessuna videochiamata o contatto con il padre, che l’aspettava a Cesena tra angoscia ed apprensione. Oggi poi, la svolta. E, finalmente, il tanto sospirato abbraccio tra padre e figlia che ha segnato la fine di una vicenda triste. Una storia, la loro, che ha travalicato i confini italiani, ed è arrivata al cuore dell’Unione Europea. Una vicenda che con il rientro della piccola ha potuto mettere un punto all’attesa che sembrava interminabile…
Bimba rapita dalla madre e portata in Polonia: scompare per quasi 3 anni
«È la fine di un incubo. Dopo due anni e mezzo dalla scomparsa di mia figlia sono riuscito a trovarla», sono state le prime parole di Filippo Zanella. Parole che, tra gli altri, il Resto del Carlino ha registrato e reso noto. Ora la piccola sta bene e si trova con la nonna paterna e con il padre Filippo Zanella in Ungheria da dove nel pomeriggio si sono messi in viaggio verso Cesena, dove il rientro è previsto in serata. Il genitore che non si è mai dato per vinto, nonostante il silenzio e le incertezze che avvolgevano la scomparsa della figlia, svanita nel nulla da un momento all’altro. L’ha cercata. Ha denunciato il rapimento. Ha affrontato l’iter giudiziario che la vicenda ha inevitabilmente comportato e ha resistito alla rabbia e alla frustrazione quando ha scoperto che la legge polacca non avrebbe recepito le disposizioni relative all’esecuzione delle sentenze di rimpatrio dei minori, come previsto invece dal regolamento Bruxelles IIa.
Per il padre un tempo lunghissimo di ricerche, silenzi e battaglie legali
E nemmeno quando, sulla vicenda della bambina cesenate portata illecitamente dalla madre in Polonia, il tribunale polacco – che si era già espresso in ben due gradi di giudizio – emise una sentenza grazie all’applicazione della convenzione dell’Aia, e l’ordine di rimpatrio, per quanto sulla carta, non divenne realmente effettivo. La donna- come scriveva il Carlino seguendo nel tempo le vicissitudini di Filippo Zanella – «che doveva comparire davanti al giudice a Stettino, non si è infatti mai presentata». E della bambina continuò a non esserci traccia ancora a lungo… Fino ad oggi quando, al termine di due anni e mezzo di dura battaglia legale, ricerche e attese. E dopo « tre settimane e mezzo di appostamenti con un investigatore privato – racconta sempre l’uomo dalle colonne del Carlino – «una persona – dice Filippo Zanella al quotidiano – che io chiamo il mio angelo custode, ma di cui non conosco il nome, mi ha mandato l’indirizzo esatto dove si trovava mia figlia».
«Oggi è la fine di un incubo»: le prime parole del genitore che ha ritrovato sua figlia
E così, armato di tanta speranza, Zanella è partito per Rzesxòw, una cittadina ai confini della Polonia. «Appena ho avuto questa notizia mi sono trasferito lì – ha raccontato Zanella al Resto del Carlino – e abbiamo fatto un mese di osservazioni. Le abitudini erano che mia figlia usciva di casa la mattina per andare in chiesa e passava lì 5 o 6 ore. Poi tornava a casa». Fino a quando la situazione si è sbloccata: l’uomo è apparso e quando la sua ex compagna lo ha visto, racconta ancora, «si è data alla fuga assieme alla bambina. Noemi era molto agitata e in un primo momento non mi ha riconosciuto. Siamo riusciti a raggiungerle e, grazie anche all’aiuto di mia madre, Noemi si è calmata».
L’annuncio della Farnesina: rientrata dalla Polonia la bimba sottratta al padre e portata in Polonia
Ora la sua vita in Italia con il papà – il giudice del tribunale polacco e quello italiano hanno stabilito che la bambina deve rientrare in Italia con il padre – riprenderà da dove si era interrotta. Anche se la piccola non parla italiano. Intanto la Farnesina, confermando la notizia del rientro di padre e figlia, ha fatto sapere che sin dall’inizio, l’ambasciata d’Italia a Varsavia, in stretto coordinamento con l’Unità per la tutela degli italiani all’estero del ministero, si è attivata per prestare assistenza al connazionale, mantenendo stretti contatti con i suoi legali. E sensibilizzando le autorità locali sull’importanza di ritrovare la bambina.
Tajani: «Auguro a lei e al papà di ritrovare un po’ di serenità»
«Sono felice che la bambina sia finalmente tornata a casa – ha commentato allora il ministro degli Esteri e della Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani –. E auguro a lei e al papà di ritrovare un po’ di serenità». Il vicepremier ha inoltre ringraziato i funzionari dell’Unità per la tutela degli italiani all’estero della Farnesina e dell’ambasciata a Varsavia per il lavoro svolto, sottolineando il costante impegno del Governo italiano per la tutela dei nostri connazionali nel mondo, in particolare dei minori.
La Task Force Minori contesi
Va detto peraltro che il rimpatrio della minore dalla Polonia avviene a poche settimane dal rientro di un altro bambino dalla Turchia. Entrambi i casi erano stati affrontati dalla Task Force Minori contesi, gruppo di lavoro interministeriale presieduto dalla Farnesina per garantire l’unitarietà dell’azione di Governo in una materia delicata e complessa come quella dei bambini italiani illecitamente condotti fuori dai confini nazionali.