Caro Dagospia, che debacle la campagna elettorale: su Meloni hai preso una toppa dietro l’altra!
Se c’è un dato emerso con chiarezza dalle urne è la vittoria del centrodestra, di Fratelli d’Italia e, in ultimo, non certo per importanza, la vittoria di “Giorgia Meloni detta Giorgia”. L’Italia è l’unico Stato in cui il governo in carica ha consolidato, anzi aumentato, i consensi: cosa non da poco quando ci si accomoderà ai prossimi tavoli internazionali, soprattutto se confrontata con quanto accaduto in Germania e Francia, gli altri due Stati membri facenti parte del G7.
D’altra parte, i risultati del governo, certificati in primis dagli indici economici e dell’occupazione migliori degli ultimi vent’anni anni, non potevano di certo lasciare presagire una debacle. Eppure, qualcuno (e non ci riferiamo alle legittime bordate arrivate dagli avversari politici) era pronto a scommettere, contro ogni evidenza, sul flop elettorale di Giorgia Meloni e di FdI.
È il caso di Dagospia, imbarcatosi in una serie di previsioni che non si capisce se facciano più ridere o piangere.
Qualche esempio? Il primo giugno, a pochi giorni dal voto, Dago scriveva: “Sbirciati i sondaggi, lontano dal sogno… di riuscire ad agguantare il 26% delle politiche… la ducetta sputazza veleno…”. E, a proposito del comizio di chiusura della campagna elettorale: “La paura di fallire alle europee le strozza le parole in gola”. Ma quando mai? Ma qualcuno di Dagospia è stato in piazza del Popolo? E se c’era, era al bar mentre parlava Giorgia? Comizio e giornata trionfali, che hanno consolidato le basi per il risultato di ieri. Ma vallo a far capire a quelli di Dagospia.
Dopo due giorni, il 3 giugno, altra stoccata: “La ducetta tenta l’ultimo sprint per le europee, ma è terrorizzata dal fallimento del plebiscito”. E ancora: “Sbirciati i sondaggi, che non escludono il capitombolo alle europee… la ducetta… deve fare i conti col possibile flop del G7, la voglia di fuga di Giorgetti… la sora Giorgia, con i nervi a fior di pelle, non esclude di portare tutti al voto a inizio 2025”. Addirittura dimissioni ed elezioni. Sembra quasi che Dagospia abbia scambiato i pronostici di Giorgia con quelli di Macron. O più semplicemente ha mistificato la realtà confondendola con i propri auspici.
E così, in pieno delirio da campagna elettorale antigovernativa, lo scorso 5 giugno, raccontava ai lettori che “la Meloni ha i nervi scossi perché sarà dura arrivare al 26%”. La narrazione catastrofista è poi proseguita con: “La ducetta Giorgia oggi correrebbe al Divino Amore se riuscisse a confermare il 27% delle politiche 2022”. Ci fermiamo qui, per carità di Patria e per rispetto di chi dell’informazione fa una professione seria. Ci permettiamo però, caro Dagospia, di darti un consiglio, sperando che venga compresa la bontà delle nostre intenzioni. Eri più simpatico, e anche più credibile, quando scrivevi di gossip, di mutande, di corna… Eri quasi un’autorità in quel campo, non lo abbandonare, torna ai tuoi vecchi fasti. Torna ad occuparti di quello di cui sei più pratico e lascia che a scrivere di politica pensino Giannini, Molinari, Lerner, Saviano, loro sì che sanno di cosa parlano… Ah, nemmeno loro? Vabbè, ma prima o poi impareranno. Tu resisti, l’estate è vicina, dicono sia il tempo migliore per amori e corna.