Blitz vandalico delle femministe a Trinità dei Monti, vernice rossa sulla scalinata: 6 persone fermate
Blitz delle femministe con la vernice rossa sulla scalinata di Trinità de Monti, nel cuore di Roma. Il blitz contro i femminicidi è stato compiuto da alcune attiviste del movimento ‘Bruciamo tutto’ che hanno anche esposto uno striscione e gettato dei volantini con i nomi delle donne uccise dal femminicidio di Giulia Cecchettin ad oggi. A piazza di Spagna sono intervenute pattuglie della Polizia Locale del Primo Gruppo Centro Storico, oltre alla Polizia. Avvisato anche il personale della Sovrintendenza per la pulizia e la valutazione di eventuali danni arrecati al monumento.
Sei le persone identificate per il blitz
Sono sei le persone che sono state identificate e fermate per aver imbrattato la scalinata di Trinità dei Monti a Piazza di Spagna. I vigili urbani hanno avvisato il personale della Sovrintendenza di quanto successo, che si occuperà della pulizia e la valutazione di eventuali danni recati al monumento. Nel frattempo la scalinata è stata transennata.
Ieri un altro tentativo andato a vuoto
Le attiviste e gli attivisti di “Bruciamo tutto” avevano già provato a mettere in atto la protesta ieri, ma gli agenti della polizia di Stato li aveva fermati nell’area del tridente, sequestrando due taniche contenenti ben 20 litri di pittura rossa. Sarebbe stata presumibilmente utilizzata per un’azione non violenta, blitz che ieri è fallito, per l’intervento dei poliziotti. Ma gli attivisti non si sono scoraggiati e già il giorno seguente sono tornati in azione, riuscendo stavolta a mettere in atto la protesta davanti a decine di turisti, che stamattina passeggiavano in una delle piazze più famose del mondo.
Cosa chiedono le attiviste di “Bruciamo tutto”
Gli attivisti e le attiviste di “Bruciamo tutto” protestano per chiedere al governo un miglioramento del già esistente reddito di libertà, un contributo pro capite su base mensile per un massimo di dodici mesi alle donne che hanno subito o subiscono violenza, seguite dai centri antiviolenza riconosciuti dalle regioni e dai servizi sociali.