Altro che Stati Uniti d’Europa: Bonino vuole bloccare la presidenza di turno di Orban. Tajani: “Non tocca a noi interferire”
Giorgia Meloni l’ha denunciato più volte: ci sono forze politiche che intendono l’Europa divisa in club, uno di serie A e uno di serie B. La conferma plastica di questa visione è arrivata, proprio alla vigilia del voto per le europee, da Emma Bonino, leader – è il paradosso – di una forza che si chiama +Europa e di un cartello elettorale che si presenta agli elettori con il nome di Stati Uniti d’Europa. Bonino, infatti, ha formalizzato la sua richiesta di impedire all’Ungheria di assumere la presidenza di turno del Consiglio dell’Unione europea, fissata per il primo luglio. Lo ha fatto con una lettera inviata al premier Giorgia Meloni e al ministro degli Esteri Antonio Tajani, il quale ha chiarito che entrare a gamba tesa contro il governo legittimamente eletto di uno Stato membro è un’ipotesi non contemplata dall’esecutivo italiano.
Tajani: “Non tocca a noi interferire. Sarebbe una violazione”
“Bisogna distinguere tra politica e istituzioni”, ha detto Tajani, rispondendo a una domanda sul tema nel corso del forum dell’agenzia Ansa. “Non tocca a noi interferire. Io non sono d’accordo con tante scelte di Orban, ma – ha sottolineato – lui è eletto primo ministro dell’Ungheria, non possiamo privare l’Ungheria della giuda. Sarebbe una violazione“. Nella sue lettera Bonino aveva chiesto al governo italiano di proporre “di rinviare la presidenza di turno del Consiglio dell’Unione Europea di Viktor Orban che dovrebbe assumere dal 1 Luglio”, perché “il Consiglio dell’Unione europea non è un organismo qualsiasi”, ma “un’istituzione intergovernativa in cui vengono prese decisioni fondamentali per il futuro dell’Unione e per le sue politiche”.
La lettera di Bonino per bloccare la presidenza di turno di Orban
“Dal 1° luglio Viktor Orbán e i suoi dodici ministri (fra cui una sola donna) – si legge ancora nella lettera della leader di Stati Uniti d’Europa – dovrebbero coordinare l’azione dei ventisette governi europei. Un ruolo di grandissima responsabilità e influenza, soprattutto per quel che riguarda la funzione legislativa e di bilancio dell’Unione nelle mani di un governo e di un leader che ha definito con orgoglio il suo paese una ‘democrazia illiberale’, che è da anni sotto procedura di sorveglianza per evidenti violazioni dello stato di diritto, e che ricorre continuamente al diritto di veto per bloccare le decisioni per le quali i trattati richiedono l’unanimità, come sta minacciando ancora una volta di fare per quanto riguarda il sostegno all’Ucraina”.
Emma Bonino ha scritto anche che sebbene “molte decisioni del Consiglio devono essere prese all’unanimità, e questa è una regola contro la quale mi batto da decenni, ma ce ne è una che può essere presa a maggioranza qualificata, e riguarda proprio la successione dei Paesi alla Presidenza del Consiglio dell’Unione: basterebbe modificare la decisione presa dal Consiglio europeo il primo dicembre del 2009, e postporre il turno di presidenza ungherese a dopo l’eventuale risoluzione positiva della procedura di sorveglianza. Non sarebbe una sanzione – ha sostenuto Bonino – ma una sorta di meccanismo di protezione e di autotutela dell’Unione stessa sui suoi valori, paragonabile a quel che avviene per le condizionalità sulle questioni di bilancio”.
L’Europa dei “buoni” e quella dei “cattivi”
Ma c’è di più: la leader di +Europa carica la vicenda anche di un significato “pedagogico”: “A subentrare alla Presidenza del Consiglio sarebbe la Polonia di Tusk, con i vantaggi che sono evidenti a tutti. Sarebbe anche un messaggio forte ai Paesi membri e a quelli candidati sulla necessità di rispettare lo stato di diritto da parte di tutti come prerequisito per partecipare all’Unione, beneficiando del mercato unico e dei finanziamenti europei”. Insomma, un’Europa di serie A e di serie B, dove i “buoni” insegnano a chi vuole entrare nel club come devono stare al mondo, dando una lezione ai “cattivi”. “Si può fare, dunque. Ma lo si vuole fare? Vi chiedo dunque che sia il governo italiano a prendere rapidamente questa iniziativa coinvolgendo gli altri Paesi membri”, ha concluso Bonino. Per la risposta del governo sono bastate quelle poche parole di Tajani.