A sinistra hanno perso la testa: spiazzati su Matteotti ripiegano sull’epiteto “stron..” per dire che Meloni è una minaccia

2 Giu 2024 11:10 - di Annalisa Terranova
Meloni Matteotti

Ma come può un’opposizione ridursi all’esegesi dell’epiteto “stronza”, peraltro messo in circolo nel dibattito pubblico da un autorevole esponente del Pd come Vincenzo De Luca? Invece accade, in un’Italia impazzita dove la sinistra prima denuncia il fatto che si parli poco di Europa, anzi per niente (e loro non ne parlano, infatti, perché in realtà vogliono lo status quo anche in Europa e non hanno cambiamenti da proporre)  e poi trascorre intere giornate a interrogarsi sul modo in cui Meloni ha salutato irritualmente De Luca. La parolaccia, l’insulto, la sgrammaticatura istituzionale ecc. ecc. ecc. Anche se Meloni ha solo ripetuto un insulto che le era stato rivolto.

La bufala  sul comizio di piazza del Popolo

Insulto che, se pronunciato da De Luca, è solo un “fuori onda” di cui non tenere conto. Invece detto da Meloni diviene l’eco minacciosa di una postura aggressiva. E si inventano pure che il comizio di chiusura di piazza del Popolo sia stato aperto proprio dal refrain di quel saluto a De Luca. In realtà Meloni aprendo quel comizio ha fatto riferimento alla politica della destra, frutto di amore per l’Italia, e a quella della sinistra fondata sull’odio per il nemico. “Ditemi che non diventerete  mai come loro”, ha detto. Così è stato aperto quel comizio.

Un articolo di Belpoliti fa l’esegesi della parolaccia

Ma a sinistra conviene sorvolare sul vero senso politico delle cose che Meloni dice per attorcigliare ragionamenti ridicoli attorno alla parolaccia. Così fa oggi lo scrittore Marco Belpoliti su Repubblica. Ecco l’attacco del suo pezzo, che trasuda livore e risentimento. “Perché non: «Sono quella merda della Meloni?» O invece: «Quella cacca della Meloni», o ancora: «Quell’escremento della Meloni?». Perché proprio “stronza”? Nella Semantica delle brutte parole Nora Galli de’ Paratesi spiega che nella scatologia la parola più offensiva è proprio stronzo… Le parole cambiano valore con il tempo e “stronzo” non significa solo uomo o donna dappoco, ma persona cattiva, o almeno volta a compiere atti deliberatamente malevoli”.

Avevano sperato di potere attaccare Meloni sul ricordo di Matteotti

Conclusione? Dire quella parola, secondo Belpoliti, sarebbe una “evidente minaccia”. “Non c’è dubbio che la sua voce e la rapidità con cui ha pronunciato la frase, e persino il passo di corsa con cui è avanzata verso il Presidente della Campania, tradiscano una inveterata carica aggressiva (è la sua vera natura?)”. Bravissimi, come sempre, a rovesciare la frittata, a manipolare i significati, a imporre visioni fosche. Avevano sperato che su Matteotti Meloni facesse sbavature. Invece ha detto l’ovvio, cioè che Matteotti fu ucciso da squadristi fascisti. Anzi, di più, ha rivendicato la figura di Giacomo Matteotti come simbolo di libertà dinanzi a chi vorrebbe imporre un pensiero unico. Lo ha attualizzato. Ne ha fatto un’icona che anche la destra può ammirare e fare propria. Quindi, dall’altra parte, non potendole dire che era “fascista” hanno ripiegato sulla parolaccia, “stronza”, e in quel ripeterlo da parte loro, in modo ossessivo, emerge tutta la frustrazione di una fetta di società che perde progressivamente terreno e non sa come recuperarlo.

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