Tanishka – Milano

10 Mag 2024 0:01 - di Redazione

Tanishka
Via Privata Antonio Meucci, 43 – 20128 Milano
Tel. 344/4236436
Sito Internet: www.tanishkaristo.com

Tipologia: cingalese
Prezzi: antipasti 5/7€, primi 18/25€, dolci 6€, menù degustazione antipasti 43€ (2 persone)
Chiusura: Lunedì. A cena Martedì, Mercoledì e Domenica

OFFERTA
All’interno degli spazi di Cargo HiTech, nei pressi del Naviglio Martesana, si trova Tanishka, un nuovo ristorante fusion che porta a Milano la cucina dello Sri Lanka. Il desiderio del giovane chef è proprio quello di far conoscere i sapori della sua terra e, ancor di più, quelli dei piatti preparati dalla sua famiglia, per creare un luogo nel quale il rispetto della tradizione cingalese e delle materie prime italiane siano le vere carte vincenti. Il nostro “viaggio” gastronomico verso l’antica Ceylon inizia con alcuni antipasti da condividere: wadhe, polpettine di lenticchie rosse croccanti e gamberi, forse leggermente asciutte, ma molto gustose e per nulla piccanti, e bitthara, polpette di pesce impanate con cuore d’uovo e spezie, un piatto tipico molto speziato che viene preparato con sgombro e uovo sodo al centro e cubetti di ananas salati in salsa agropiccante, perfetti per bilanciare le note speziate. Molto buoni anche i banis, ovvero panini morbidi ripieni di cipolla di Tropea caramellata e macinato di maiale, dall’impasto soffice e dal sapore dolce, generosamente riempiti di saporita carne e cipolla e accompagnati da una salsa al peperoncino molto cremosa e da deliziosi pomodorini rossi all’aglio. Ottimo il batmule, del riso basmati aromatizzato al rampe, cannella e cardamomo verde, servito con spezzatino di maiale piccante al cocco, melanzane mojiu, manioca al cocco, insalata di gotu kola, friggitelli in acciaru e papadan, perfettamente bilanciato e gustoso: questo piatto, disponibile anche nella versione con i gamberi, è un trionfo di colori e di sapori, a cominciare dal rampe, meglio conosciuto come pandano, un’erba aromatica che dona al riso un sentore dolce che ricorda la mandorla o la vaniglia; lo spezzatino di maiale, la cui carne era molto morbida, si univa perfettamente alle melanzane speziate e fritte, ai cubetti di manioca avvolti da una vellutata crema al cocco e all’insalata di gotu kola, una misticanza di verdure e centella asiatica. Ma il vero twist originale di questo piatto era dato dalla nota acida dei friggitelli in acciaru, fermentati nei semi di senape nera e acido di cocco. Il piatto viene accompagnato dal tradizionale papadan, una cialda croccante di legumi fritta nell’olio di cocco. Per concludere il nostro viaggio, abbiamo assaggiato il dolcissimo dessert della mamma dello chef, la piadina di cocco, una crêpes ripiena di cocco rapé, miele al cocco e cardamomo verde.

AMBIENTE
Il locale, costituito da un’unica sala interna di dimensioni contenute, regala un contesto molto caldo ed accogliente, grazie alle tonalità del rosso e dell’arancione, ai grandi tavoli in legno e alle piante importanti. Al contrario, il dehors è molto ampio, con alcuni tavoli coperti da un gazebo e altri collocati sotto un romantico traliccio ricoperto di piante rampicanti.

SERVIZIO
Impeccabile per cortesia e disponibilità, accurato nella presentazione e nel rispetto dei tempi. Le pietanze vengono raccontate nei dettagli, con una particolare attenzione al loro grado di piccantezza. Lo chef è molto presente e attento.

Recensione a cura di: Milano de La Pecora Nera – ed. 2022 – www.lapecoranera.net

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