Superbonus, Fazzolari: “Ci costa più del Pnrr. È un mostro che cresce di ora in ora, va fermato”

14 Mag 2024 19:29 - di Eugenio Battisti

Il cambio di passo del governo Meloni, ispirato a una nuova idea di Paese; i tanti impegni assolti, a cominciare dal fronte occupazionale, anche a costo di misure impopolari; la sfida di una nuova Europa, non più introflessa ma aperta al confronto con il resto del pianeta. Stella polare: il realismo, fulcro del pensiero conservatore, contro le astrazioni che portano a insuccessi. E un lungo passaggio sulla mostruosità del superbonus, la più grande “manovra redistributiva dal basso verso l’alto”. Questi i temi forti dell’intervento di Giovanbattista Fazzolari, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega al programma, dal palco della due giorni del consiglio generale di Confcommercio dedicato al confronto con i principali partiti italiani in vista dell’appuntamento con le europee del prossimo 8 e 9 giugno.

Confcommercio, Fazzolari elenca gli atti di coraggio del governo

Fazzolari prende le mosse dagli interventi del governo che hanno portato a un record occupazionale, anche femminile, testimoniato dai numeri. “Forse gli ottimi dati economici visti in questo anno e mezzo sono anche merito della nuova impostazione del governo. Noi lo abbiamo sempre detto, la ricchezza la creano le imprese e i lavoratori, non i governi. Ma è anche vero che quando un governo fa il suo, assicurando credibilità e stabilità, per chi deve operare sul campo è più facile”.

Taglio delle accise e reddito di cittadinanza

Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio ha passato in rassegna alcuni “atti di coraggio” compiuti da questo esecutivo fin dal suo insediamento. Primo tra tutti il mancato rinnovo del taglio delle accise sui carburanti. “Abbiamo pensato che spendere 10 miliardi per far pagare agli italiani la benzina 20 centesimi in meno non rientrava nella visione di Paese. Li abbiamo spesi per l’occupazione e il taglio del cuneo fiscale. Lo stesso abbiamo fatto con il reddito di cittadinanza. E gli italiani hanno capito”.

Stiamo mettendo una pezza all’assurdità del superbonus

Un lungo passaggio è dedicato al superbonus, definito “un mostro che aumenta di ora in ora”. “Oggi ci costa 219 miliardi, molto più del Pnrr. Una assurdità per efficientare – ha ricordato Fazzolari – il 4 per cento del patrimonio immobiliare, per lo più seconde case e villette. La più grande manovra redistributiva dal basso verso l’alto. Siamo intervenuti per porre rimedio a questa assurdità. Ma, giorno dopo giorno, ci siamo accorti che non era sufficiente e stiamo cercando di mettere una toppa. È sempre doloroso quando si deve intervenire, ma è peggio dire: avrete meno lavoro per il superbonus”.

Qualcosa in Europa non ha funzionato

Fratelli d’Italia ha l’ambizione di trasferire a Bruxelles la stessa visione sperimentata in Italia, che guarda all’interesse nazionale senza preoccuparsi del consenso immediato. L’Europa finora non ha avuto una visione d’insieme come dimostra il gradimento degli italiani: soltanto il 45 per cento dei cittadini si riconosce nell’Unione europea. In passato il gradimento sfiorava l’80-90 per cento. “Siamo europeisti da sempre, ma è evidente che qualcosa non ha funzionato. In passato eravamo il centro del mondo ed era naturale che l’Europa si concentrasse sul suo interno e non guardasse al complesso del sistema mondiale”, ha detto Fazzolari, parlando di una comprensibile deformazione storica dell’Europa. Oggi tutto è cambiato. “Nel ’90 la Cina rappresentava l’1 per cento del Pil mondiale, oggi il 20 per cento. Dobbiamo essere consapevoli che con questa accelerazione l’Europa conterà sempre di meno nella ricchezza planetaria. Dobbiamo essere coscienti che il ruolo della Ue è rispetto al resto del mondo”.

La Ue deve essere un soggetto politico che guarda al resto del mondo

Da qui la necessità di fronteggiare la concorrenza sleale della Cina, che produce con standard ambientali più bassi dei nostri; di combattere la svolta green in Europa, che prescinde dal resto del mondo; di occuparsi delle catene di approvvigionamento, “perché in passato gli altri non potevano prescindere dai nostri flussi, oggi è sempre meno così. Lo abbiamo visto con il gas russo, che si è spostato su altri mercati”. L’Europa deve essere un soggetto politico che svolga le grandi attività della politica come fanno i singoli Stati. Che si occupano di sicurezza, difesa dei confini, difesa armata del territorio e relazioni commerciali. “Oggi c’è la narrazione che o si è contro l’Europa o si è per gli Stati Uniti d’Europa. Siamo nella grande famiglia dei Conservatori europei. E siamo convinti che non ci sia un modello alternativo a quello confederale. Pensiamo a una grande confederazione di Stati che si relazionano sui grandi temi. E ci auguriamo che questo modello possa avere un’accelerazione con le prossime europee”.

È un paradosso pensare che la natalità non ci interessi

Fazzolari ha poi fatto riferimento alla procedura di infrazione aperta sull’assegno unico, un’assurdità contro la quale Palazzo Chigi annuncia battaglia. Poi ha elencato i molti paradossi da risolvere dell’attuale Unione europea: la discrasia “tra le piccole e medie imprese, quelle italiane costituiscono il 99 per cento di quelle europee, e i grandi gruppi di interessi che continuano a dare le carte”; la diversa tassazione tra chi svolge le attività sul territorio rispetto a chi opera nei paradisi fiscali; l’aggiornamento delle normative europee. Per non parlare delle attività “apri e chiudi” per eludere le tasse, un fenomeno molto diffuso e impattante, affrontato di petto dal governo Meloni con regole stringenti. Ultimo, ma non ultimo, il tema della natalità. “È un paradosso pensare che non ci riguardi. La Ue, che ha un programma su tutto, non ne ha uno dedicato alla natalità”.

Confidiamo nel modello italiano per cambiare l’Europa

“Chi pensa a ciò che dovrebbe essere e trascura ciò che è va incontro a insuccessi. Dobbiamo dare risposte ai cittadini che vivono qui. La ricchezza che non ricade sul territorio non ci interessa, come abbiamo dimostrato con le detrazioni fiscali per le imprese che assumono davvero. Se l’Italia è tornata a contare sui tavoli europei, vogliamo continuare in questa direzione”, ha concluso il sottosegretario con delega al programma, ricordando lo slogan della campagna elettorale scelto da Fratelli d’Italia: “L’Italia cambia l’Europa, è quello che confidiamo di poter fare”.

 

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