Riforme, aboliti i senatori a vita. Scintille tra Iv e Casellati. Il ministro: “Nulla di cui vergognarmi” (video)
L’aula del Senato manda in pensione i senatori a vita di nomina presidenziale: l’articolo 1 del ddl Casellati, che sopprime l’istituto, è stato approvato con 94 voti a favore. Il sì alla norma è arrivato nel corso di una seduta segnata da uno spiccato nervosismo dell’opposizione, che ha colto ogni pretesto per attaccare tanto il presidente Ignazio La Russa quanto il ministro per le Riforme Elisabetta Casellati.
L’Aula di Palazzo Madama abolisce i senatori a vita
Nel dettaglio il testo abroga “il secondo comma dell’articolo 59 della Costituzione”, vale a dire quello che recita: “Il Presidente della Repubblica può nominare senatori a vita cittadini che hanno illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario. Il numero complessivo dei senatori in carica nominati dal Presidente della Repubblica non può in alcun caso essere superiore a cinque”. Resta viva invece in vigore la parte relativa al conferimento della carica agli ex capi di Stato. “È senatore di diritto e a vita, salvo rinunzia, chi è stato Presidente della Repubblica”, è previsto infatti nel primo comma.
Italia Viva all’attacco di Casellati. E Scalfarotto chiede pure il Var
La seduta è stata sospesa più volte, in un’occasione per la mancanza del numero legale, successivamente dopo uno scontro verbale tra esponenti di Italia Viva e il ministro Casellati, “colpevole” a loro dire di un gesto irrispettoso. “La ministra Casellati non può permettersi di rivolgersi con quel gesto, si vergogni signora ministra, si vergogni”, ha accusato il capogruppo renziano Enrico Borghi, denunciando un presunto gesto fatto con le mani dal ministro per le Riforme durante il suo intervento. “Che il governo mandi a quel paese, in modo inequivocabile, per due volte un parlamentare non è tollerabile, la vicenda va ricostruita, chiedo alla presidenza di intervenire”, ha poi sostenuto Ivan Scalfarotto chiedendo il Var.
Casellati: “Io non devo vergognarmi di nulla”
“Vergogna non si dice a un ministro, io non devo vergognarmi di nulla”, ha replicato Casellati. “Il mio gesto – ha chiarito il ministro – si riferiva al concetto di eliminazione, che lei ha usato più volte, come se io avessi il mitra, io dicevo eliminare l’istituto dei senatori a vita”. Considerato il surriscaldarsi del clima e la difficoltà a proseguire la seduta, la presidente di turno Mariolina Castellone ha interrotto la seduta per 10 minuti.
L’opposizione protesta pure perché La Russa chiede silenzio per ascoltare Cattaneo
In precedenza l’opposizione se l’era presa anche con La Russa, a sua volta sottoposto a un processo alle intenzioni. La Russa, da poco arrivato per presiedere l’aula, ha richiamato i senatori al silenzio chiedendo di non disturbare l’intervento di Elena Cattaneo, una dei 5 senatori a vita in carica. “Una volta che abbiamo l’onore di poterla sentire, la sentiamo molto volentieri”, ha detto rivolto alla senatrice. L’opposizione a quel punto lo accusato di fare dell’ironia. “Nessuna ironia, era deferente”, ha replicato il presidente del Senato tra le proteste dai banchi della sinistra e del M5S e gli applausi della maggioranza.
Il presidente fa chiarezza, ma la polemica va avanti
Cattaneo, nel suo intervento, ha ricordato come lo stesso La Russa, nella veste di parlamentare, nel 2021, aveva presentato un ddl, assieme al relatore del testo Casellati sul premierato, Alberto Balboni, che puntava a mantenere i senatori a vita di nomina presidenziale, pur sottraendo loro il diritto di votare la fiducia. “Sono disposta a presentare una proposta identica”, ha detto la senatrice a vita. “Lei mi ha citato ripetutamente, io mi auguro che questa questione possa essere affrontata anche sul numero dei senatori. Penso che in un clima diverso non modificherei la mia opinioni”, ha precisato La Russa, ricordando dunque come il numero dei senatori eletti sia stato nel frattempo dimezzato. Ma neanche questo ha tranquillizzato l’opposizione, che ha continuato a polemizzare.